-Uscita della palla: gioco dei centrali (e del regista): lancio lungo e conduzione-
Tre a Genova, tre a Napoli… dovranno pur dirci qualcosa i sei punti ottenuti su campi ritenuti difficili per chiunque: la squadra Clivense sa inaridire le fonti di gioco e ripartire bene. Mettiamo assieme pure le dichiarazioni in carta-carbone nelle conferenze degli allenatori che abbiamo affrontato finora e potremo pure avvicinarci ad avere un’idea concreta della partita che ci attenderà domani.
Obbiettivo loro: non fare arrivare la palla presto a Ibrahimovic…, creando densità in mezzo… impedire un ribaltamento veloce del fronte d’attacco, insomma. É difficile controllare Ibra nell’uno contro uno, diventa quasi impossibile, se il difendente lo dove inseguire nello spazio aperto fra la linea e la porta, si sa.
Individuiamo allora tre uomini del Chievo -nei commenti magari se ne aggiungeranno altri magari-, fondamentali per bloccare sul nascere la nostra azione: Pellisier e Moscardelli -o chi per esso- e magari Bogliacino. Su questo ci soffermiamo per un attimo in più: là dove Di Carlo impiegava un centrocampista come Pinzi, questa stagione Pioli dispone di un rifinitore di ruolo.
Non mi aspetto che sia lui però a portare pressione sull’impostazione del gioco quando parte “dal basso” -su una palla recuperata sui sedici metri, ad esempio-: Bogliacino sarà l’uomo a cui si chiederà più sacrificio a centrocampo, per avere la superiorità numerica in mezzo -dove conta di più anche per le ragioni di cui sopra-, e, in fase d’attacco, quello che dovrà assecondare il movimento delle punte per giocare la sponda in inserimento per la successiva rifinitura o la conclusione da fuori area sulla spizzata.
Un pressing portato con tre uomini infatti -la prima e la seconda punta insieme al 3/4ista-, mi sembrerebbe una scelta piuttosto rischiosa tenendo conto anche delle presenza di Seedorf (o Boateng) in mezzo e Ronaldinho davanti -… semplificando mancherebbe un numero per chiudere il più possibile le linee di passaggio-
Obbiettivo nostro: creare spazio tra le linee per innescare il gioco delle punte o favorire l’inserimento del centrocampista… ma come? Ad esempio…
Abbozzi tattici: questo comportamento è stato visto finora "a singhiozzo".
In figura porto all’attenzione un comportamento “chiamato” dal Mister che qualcuno avrà notato sia allo stadio che in tv: sulla pressione delle due punte su una “linea verticale”, i due centrali si scambiano la palla dopo essersi allontanati tra loro, uno dei due la conduce o gioca sul movimento della prima punta che, a sua volta, può giocare la sponda per l’inserimento della “mezzala” (non in figura).
Nel caso la linea di pressione sia su “linea orizzontale“ -le due punte vanno in pressione diretta sui centrali-: non volendo coinvolgere i terzini nella costruzione -al contrario dell’anno scorso ad esempio-, il regista “scende” sulla linea della difesa e riceve… per impostare o scambiando la palla, se oggetto di una successiva pressione, e delegando il compagno all’impostazione come detto sopra.
Notiamo come il movimento dei terzini sia fondamentale: uno dei centrocampisti centrali deve "uscire" sul portatore generando spazio tra "le linee"
Un comportamento in controtendenza: lo abbiamo visto e in un commento della settimana passata di un amico del Night veniva citato proprio Allegri che invitava Thiago Silva “ad uscire palla al piede”. Disporre di due centrali di tecnica e visione del gioco come i nostri e non sfruttarli sarebbe delittuoso.
Anche qui FONDAMENTALE il compito svolto dai terzini: sono loro che dovranno “attaccare” per farsi prendere dagli esterni avversari, togliendo quindi l’opportunità del raddoppio in caso la palla viaggi per linee laterali, e non permettere ai centrocampisti interni di “uscire tranquilli” sul portatore, se non a scapito di creare spazio tra le linee, come sarebbe auspicabile per noi.
Come contro qualunque delle squadre medio/piccole -che bene coprono gli spazi mediani del terreno-, sarà pure importante trovare un buon ritmo sui tempi di gioco, esercitare un palleggio efficace che coinvolga possibilmente anche una delle punte per scomporre l’ordine tattico che è il primo obbiettivo da mantenere per avversario; mandare “fuori-tempo” i centrocampisti con un palleggio a due tocchi massimo per “andar dentro” in triangolazione palla a terra; verticalizzare al momento giusto per sorprendere la linea, e quindi mettere in condizioni le nostre punte di giocare la profondità, sono obbiettivi che -come visto nelle precedenti gare- possono fare la differenza.
Portare i due centrali “a giocare” nella metà campo altrui rappresenta un’innovazione tattica per la squadra da sviluppare di certo con maggiore continuità.
P.s.: una squadra è maestra nel generare il tipo di situazione descritta, il Barcellona…