Thomas Tress, Ad del Borussia Dortmund, premiato come migliore direttore finanziario del 2013 (ph. finance-magazin.de)
L’OPINIONE (Milano). L’involuzione dell’ambiente di Via Turati, scatenata dalle schiette dichiarazioni di Barbara Berlusconi riguardo all’operato di Adriano Galliani, potrebbe dare il là a una rivoluzione, quanto mai utile al calcio italiano. Giovani, potenziamento dello staff di osservatori e miglioramento del marketing sono i cardini del progetto di restaurazione di un Milan ormai con l’acqua alla gola, finito nel vortice della crisi economica e di risultati.
La difficile situazioni rossonera si affianca antiteticamente a quella del Borussia Dortmund, in un mondo come quello tedesco che oggi sta godendo con abilità e scaltrezza delle sfortune altrui. Sembra chiaro che il presente di Borussia e Milan non sia minimamente comparabile: diversa filosofia calcistica ed economica e diversi risultati sul campo. Dovrebbe, dunque, il calcio italiano arrendersi alla potenza economica straniera e perseverare nella sua mediocrità?
No, affatto. Basta tornare con la mente all’anno 2003, quando le carte in tavole erano invertite: il Milan dei campioni sul tetto del mondo, il Borussia Dortmund sull’orlo del fallimento. Non passi il messaggio che ci si debba affidare al destino, dorato od oscuro che sia. Perchè se oggi, a distanza di 7 anni dalla crisi del Dortmund, la situazione si presenta così com’è, è’ evidente che le soluzioni e i margini per la ricrescita sono tangibili. Il cambio di filosofia e l’abbandono di obsolete tradizioni sono gli step mancanti per cominciare a rimarginare la ferita.
Nel 2005 il Borussia Dortmund, nel pieno di una crisi che ha quasi condotto la società al fallimento, ha dovuto, tra le altre cose, mutare in Signal Iduna Park il nome del proprio stadio (Westfalen Stadion), per sopperire al grave rosso delle proprio casse. Nella stessa stagione calcistica, la società assunse come Amministratore Delegato Thomas Tress, colui che ha permesso la ricrescita finanziaria del club in tempi record. ”Nel 2006 il Borussia si ritrovava un monte debiti pari a 200 milioni di euro“, ha spiegato Tress al momento del ritiro del premio come miglior direttore finanziario del 2013. L’intelligenza di quest’uomo, affiancata all’abilità di Joachim Watzke e a quella del presidente Reinhard Rauball, ha permesso una poderosa risalita del club in un tempo minimo. ”Il nostro team di specialisti – ha dichiarato Tress – non avrebbe avuto gran fortuna senza l’appoggio degli appassionati e dei tifosi del BVB. Più vi è coesione, più i risultati giungono”.
Soprattutto grazie all’applicazione e all’intelligenza, Tress e i suoi colleghi hanno saputo ricostruire un club in disfacimento: dal “turnaround” finanziario al massimo successo sportivo, con due campionati tedeschi vinti e una finale di Champions League raggiunta. Oggi il Borussia è uno dei club al mondo col miglior fatturato, immagine della repentina ricrescita. Il sostegno del popolo a cui allude l’Ad giallonero è riassumibile in un dato: nel 2004, nel pieno della crisi, il Westfalen Stadion ha fatto segnare una media spettatori superiore a 80.000.
Questo fatto sottolinea come nulla sia ancora perduto, come ci sia ancora tempo e modo per lottare contro crisi e poca competitività economica. Un pizzico di intelligenza, buona volontà e coesione potranno riportare in auge il Milan e l’intero movimento calcistico nostrano.