Sabato sono stata alla Milano book fair, la prima fiera del libro di Milano.
Se vivete a Milano, probabilmente l’avrete almeno vagamente presente perché nelle scorse settimane la città è stata tappezzata da manifesti pubblicitari che, tra le altre cose, promettevano navetta fino al parco esposizioni Novegro (che, tengo a precisare, da Milano è più lontano di Linate) e ingresso gratuiti.
Il sito ufficiale poi menzionava l’Argentina come paese ospite e l’Intelligenza artificiale come tema “speciale” della fiera.
Incuriosita e incoraggiata da tanta e tale pubblicità mi sono informata e organizzata per dedicargli una giornata: quella di sabato, appunto. Peccato che, qualche giorno prima dell’inizio della fiera, sul sito ufficiale sia apparsa una pagina chiamata “biglietteria” e nella pagina “come arrivare” sia sparito qualsiasi riferimento alla navetta. Confusa, ho mandato una mail all’organizzazione (scegliendo quasi a caso uno tra i trenta indirizzi presenti tra i “contatti”, ognuno con una funzione tanto specifica quanto inutile) chiedendo chiarimenti. Mi è stato risposto che l’ingresso era diventato a pagamento per garantire “un miglior livello di servizio” ma le navette gratuite esistevano ancora, e me ne sono stati dati anche gli orari.
Nonostante abbia iniziato a dubitare della buona organizzazione della fiera e non considerassi proprio giusto che i manifesti in città continuassero a promettere l’ingresso gratuito, non mi sono fatta scoraggiare e sabato, alle undici meno dieci (partenza della navetta: ore undici) ero alla stazione centrale… dove non c’era nessuna navetta!
Avendo ormai programmato la visita, ho ripiegato sull’autobus di linea, a pagamento naturalmente, e dopo diverso tempo e diversi cambi sono finalmente riuscita ad arrivare al parco esposizioni, dove non c’era la minima indicazione, umana o cartacea, né di un’entrata, né della presenza della fiera stessa. Parlando con altre persone scese dallo stesso autobus mi sono accorta di non essere stata l’unica a non riuscire a trovare la navetta gratuita, anche se, sia sui volantini che sul sito ufficiale, è ora menzionata chiaramente. Insomma, se c’era, era ben nascosta e senza uno straccio di indicazione che facilitasse il compito di trovarla.
Dopo aver pagato l’ingresso, decisamente esagerato per il livello di servizio offerto, riesco finalmente ad entrare alla fiera e la prima sensazione è di delusione. Lo spazio è relativamente piccolo, vuoto, con poca gente e, soprattutto, pochi editori, quasi tutti ammassati sul lato destro. Al centro, un palco con qualche sedia domina la scena mentre sulla sinistra abbiamo pochi altri stand, tra cui quello dell’unico editore importante presente, Newton & Compton, un’”area business” vuota e la vendita di gadget della fiera (la comicità involontaria di questo stand credo sia sfuggita agli organizzatori… ).
Come dicevo prima, gli editori presenti erano pochi e per lo più molto piccoli; i libri erano venduti a prezzo pieno o con sconti piuttosto leggeri e non si era affatto invogliati a comprare. Molti spazi erano stati riempiti con stand e argomenti completamente estranei ai libri. Per il lettore medio, interessato ai libri e non alle fiere, non c’era affatto coinvolgimento e quaranta minuti bastavano per girare tutta l’area.
Il paese ospite aveva dedicato un piccolo stand bianco e azzurro proprio all’entrata e nient’altro. Per quanto riguarda il tema della fiera, l’Intelligenza artificiale, promettevano una conferenza (alla quale purtroppo non ho potuto assistere) e quattro simulatori grafici in fondo al padiglione.
Inoltre, alla seccatura di un ambiente spoglio e poco coinvolgente, si aggiungeva l’opera di stalking di un intero staff di non so quale azienda che cercava di venderti a forza corsi per migliorare la memoria: erano da ogni parte ed, essendoci poche persone, riuscivano ad essere addosso a chiunque sempre.
Insomma una delusione su tutti i fronti: per me, sono stati solo soldi e tempo buttati e mi sento decisamente di sconsigliarla.
Qualcuno di voi c'è stato? Cosa ne pensa?
Annachiara