Milano Fashion Global Summit: Ferragamo, Gucci & Boselli

Creato il 15 dicembre 2011 da Tenditrendy

Martedì 13 dicembre, a Palazzo Vecchio, in Piazza della Signoria a Firenze, i principali esponenti del mondo della moda e del lusso internazionale si sono riuniti in occasione della decima edizione del Milano Fashion Global Summit, il più importante appuntamento internazionale dedicato all’evoluzione del mercato della moda e del lusso organizzato da Class Editori in collaborazione con la Camera Nazionale della Moda Italiana, The Wall Street Journal Europe e Bank of America – Merrill Lynch.

L’edizione di quest’anno è stata dedicata al tema, Options of Luxury – The Voice of China: Evoluzione dei consumatori, style, produzione, distribuzione e investimenti. Di seguito una sintesi di alcuni fra gli interventi più significativi della mattinata:

Luigi Gubitosi, Bank of America Merrill Lynch Italy Country Executive & He ad of Corporate and Investment Banking: << Il momento non è facile però il lusso tiene bene perché è un settore che esporta molto e rispetto all’Europa ci sono dei segnali incoraggianti di ripresa che provengono dagli Usa e dall’Asia.

Quest’ultima, soprattutto, continua a crescere grazie a una demografia favorevole e rappresenta quindi un mercato molto importante per le aziende italiane. Con iniziative come questa cerchiamo di promuovere e spingere le nostre imprese ad esportare di più verso questi Paesi e in particolare verso la Cina.

Per quanto riguarda il 2012, infine, ritengo che il settore del lusso risentirà del quadro generale ma le aziende migliori si difenderanno bene>>.

Mario Boselli, Presidente della Camera Nazionale della Moda Italiana: < in futuro le grandi imprese che esportano non avranno grossi problemi, ma le piccole imprese che non esportano dovranno puntare tutto sulla qualità. A marzo 2012 porteremo Milano Moda Showroom a Beijing, con una delegazione di 30-40 aziende di media grandezza».

Patrizio di Marco, Chairman & CEO, Gucci: < l’autorevolezza e la storia di Gucci nel mondo della moda. Quello che vogliamo comunicare all’esterno sono l’expertise, l’artigianalità, la tradizione e il lavoro che ci sono in ogni singolo capo che è figlio della nostra storia aziendale.

Abbiamo sentito la necessità di cambiare la percezione del marchio, perché generalmente i clienti si avvicinano a un marchio come Gucci per la sua notorietà, ma noi vogliamo far loro scoprire il lavoro che c’è dietro.

Gucci è entrata nel mercato cinese nel 1997 con pochi store poi, dopo il 2004 si è avuta una forte accelerazione fino ad arrivare a 45 negozi in 31 città. Tanto che oggi il 30% del nostro parco clienti è rappresentato proprio dalla clientela cinese.

Va però sottolineato che la Cina è un mercato giovane che si sta sviluppando rapidamente, proprio per questo il livello di fedeltà al marchio non è alto ed è estremamente importante il lavoro di fidelizzazione del cliente

Michele Norsa, CEO & Group Managing Director, Salvatore Ferragamo: << Il 2011 è stato per noi un anno estremamente positivo, che si chiuderà con una crescita significativa da tutti i mercati. Per il 2012 è difficile fare previsioni, in quanto le stime sono legate al contesto economico e finanziario.

Ci aspettiamo delle performance migliori sicuramente da alcuni mercati asiatici, come l’Indonesia e il Vietnam che hanno un potenziale ancora inespresso e poi l’India e gli Usa per i quali c’è la sensazione che ci sia una capacità di crescita ancora importante.

Per aziende come la nostra è essenziale affrontare la crisi concentrandosi sui mercati globali con maggiore potenziale di crescita, come la Cina.

Un Paese che ha più di 150 città con un milione di abitanti, è un paese con un numero altissimo di viaggiatori, 60-65 milioni di cinesi che viaggiano prevalentemente verso Hong Kong e verso l’Europa e ha un potenziale di crescita attraverso infrastrutture, aerei, treni e aeroporti che ci lascia tranquilli per la crescita del lusso per i prossimi anni.

Certo, le stime sulla crescita della Cina per i prossimi anni sono leggermente inferiori rispetto al passato ma parliamo sempre di crescita tra il 7 e l’8%. Consideriamo che una grossa quota di questa crescita verrà dai consumi e anche da una strategia politica volta a migliorare le condizioni di vita.

Questo dovrebbe garantire alle nostre imprese la possibilità di esportare e di raggiungere un numero di consumatori molto più elevato>>.



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