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Milano fedelissima risponde

Creato il 29 maggio 2011 da Speradisole

Inviata a cena da una mia carissima amica, abbiamo scoperto delle cantine della sua casa, alcuni ricordi che la sua famiglia aveva conservato.

In una cassettina con sopra scritto “vecchie monete”, erano contenute diverse monete, divise per valore, coniate durante il ventennio fascista.

Accartocciate per contenere  le monete, c’erano due pagine di colore rosa del “Corriere della sera” di quell’epoca, precisamente del 23 marzo 1939 – Anno XVII. Purtroppo le condizioni di conservazione della carta  ed il tempo hanno quasi distrutto la minuta scrittura del giornale, ma alcuni articoli sono ancora abbastanza leggibili.

Uno in particolare ha attirato l’attenzione, per la (quasi) attualità:

23 marzo 1919 – 1939

Agli Ordini del Duce

Milano fedelissima risponde

“Quando, in sede opportuna e sulla base di ampia documentazione, si potrà autorevolmente e ponderatamente fare il bilancio del ventennio tra il 23 marzo 1919 ed il 23 marzo 1939, nei riflessi della vita milanese, sarà bene che alle opere materiali si premettano le conquista morali del periodo. Un ventennio come questo fascista ha per la densità degli eventi e per la somma loro importanza, il valore di un intero secolo, tanti sono i capovolgimenti di mentalità, di costume, di passione germinati.

Milano ha seguito la strada segnata da Mussolini, l’uomo del destino, felice di essere chiamata a dare la parola d’ordine che doveva restituire all’Italia, erede dell’Impero di Roma, il prestigio, la gloria e la potenza di un passato non dimenticato. Vent’anni fa nella nuda sala di piazza San Sepolcro era adunata la parte migliore di questa città, che come al tempo dell’intervento, doveva essere ancora una volta condottiera. Nei mesi e negli anni che seguirono il manipolo antesignano divenne folla, la folla divenne popolo.

Il solo premio a cui la città del Fascio primogenito ha mirato è un premio da tempo acquisito: il riconoscimento e l’elogio del Duce. Mussolini ha dichiarato in più riprese e con ogni solennità, che «questa sempre giovane Milano» è la sua fedelissima.

I fascisti alla vigilia non chiedevano altro. Domenica essi converranno da Milano alla Capitale; saranno i Sansepolcristi, saranno gli squadristi, saranno gli uomini della prima aspra battaglia. Piccoli, sdruciti, consunti lembi di stoffa, le «fiamme» che già sventolarono non mai piegate durante le imprese della riscossa patria, sovrasteranno le schiere dei fedeli di ogni tempo. Mussolini riconoscerà i visi, riconoscerà i vessilli.

E l’ambizione massima della vecchia guardia avrà avuto così soddisfazione. Certi tutti, quelli della vigilia che l’avvenire riserbi loro un altro premio: il privilegio di stare ancora all’avanguardia nelle battaglie di domani. In linea come ieri e come sempre, agli ordini del Duce”.

(L’articolo non è firmato)

L’ampollosità, le parole e comunque il vuoto dell’articolo fanno meditare: pare che i milanesi si accontentassero dell’elogio del Duce. Eppure sono anni vissuti, come noi viviamo il nostro ventennio, altrettanto buio e altrettanto vuoto. Col voto di oggi, a Milano, speriamo che anche questo ventennio, si chiuda. Ovviamente in modo pacifico e con spirito di libertà.



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