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Milano: parte la rivoluzione della Movida educata- Torino : il quotidiano la Repubblica guida la reazione dei localari

Creato il 02 giugno 2013 da Claudiober
Milano: parte la rivoluzione della Movida educata- Torino : il quotidiano la Repubblica guida la reazione dei localariMilano : dopo le ore 24 non si beve più fuori dai locali. “C’è stata una trattativa per mettere d’accordo commercianti e residenti. Nella ns zona ( ticinese , comitato La Cittadella) abbiamo accettato un’ora in più di esercizio dei locali esclusivamente per somministrazione e consumo all’ interno degli stessi, ma ottenuto in compenso che : la vendita per asporto ,e consumo dunque nei pressi o davanti al locale, che è la causa degli assembramenti e del comportamento degli avventori, venga a cessare alle 24,00. Premesso che le famose regole di liberalizzazione, seppur con i relativi limiti( difficili da rendere operativi), consentirebbero ai locali di stare aperti anche tutta la notte, il ragionamento è stato che se detti esercizi, sono come dovrebbero essere tutti idonei alla loro attività , e dunque insonorizzati ,il consumo al loro interno( o nei relativi dehor attrezzati) , a porte rigorosamente chiuse, appare potenzialmente meno dannoso alla quiete pubblica,che non lasciare l’incontrollato  andirivieni di avventori dopo le 24,00. Come tutte le nuove regole anche questa, (se sarà adottata come da intese: al momento non se ne conosce ancora il testo definitivo) andrà sperimentata e sopratutto ( e qui viene la parte più difficile) poi applicata. Staremo a vedere” Pierluigi Maestro, presidente del comitato La Cittadella

Torino: la Repubblica guida la reazione dei localari

Milano: parte la rivoluzione della Movida educata- Torino : il quotidiano la Repubblica guida la reazione dei localari
“La teoria è interessante: a Torino gli anziani, incapaci di comprendere quanto positiva e benefica sia l’azione della movida nel rilanciare una cittàmorta (termine richiamato anche da “…una rigidità un po’ “cadaverica”di quell’ordine sabaudo… il Griseri ama calcare la mano sul funebre), si lancia in una critica a tutto campo contro i “bogia nen”, gli anziani, i comitati e le associazioni anti movida selvaggia e degrado, che non sono coraggiosi (sarebbe a dire codardi?), che vogliono solo chiudersi in casa e difendersi dal rumore e li definisce: “…quelli che non si muovono, quelli che, drammaticamente (!!) si difendono dal mondo…”
Bèh siamo grati a Paolo Griseri che essendo sicuramente Uomo d’Onore (come Bruto lo era per Marco Antonio), ignora cosa sia la devastazione che ha investito vaste zone storiche della città di Torino negli ultimi anni, ignora che Torino ha il primato del consumo di droghe (il cui smercio notoriamente fiorisce e prospera laddove tanti giovani e giovanissimi vanno per sballare), ignora che il consumo di alcol negli adolescenti sta crescendo in maniera allarmante, ma essendo Griseri Uomo d’Onore non sa che dietro il business dell’alcol e della droga stanno multinazionali molto, ma molto ben organizzate e potentissime che girano cifre da capogiro, che hanno tutto l’interesse a veicolare il concetto che la movida è vita, è rinascita delle città “morte”, è gioia, è motore di dinamizzazione dell’economia (anche Al Capone lo diceva!!).Ma Griseri, sicuramente Uomo d’Onore, non sa nemmeno che le centinaia di migliaia di cittadini che soffrono e spesso si ammalano a causa della pessima gestione della movida a Torino (e in tante altre città italiane) appartengono a classi sociali e fasce di età del tutto trasversali: certo ci sono gli anziani ma ci sono centinaia di migliaia di bambini, giovani che devono andare a lavorare, che devono studiare, ci sono coppie che devono provvedere al lavoro e alla famiglia, professionisti, insegnanti, impiegati, operai, commercianti, medici che devono alzarsi alle 05:00 del mattino per entrare in sala operatoria, camionisti che devono guidare tutto il giorno per assolvere al meglio il proprio lavoro, ecc.ecc.

Ma Griseri, sicuramente Uomo d’Onore, tutto questo non lo sa perchè se lo sapesse sarebbe assai grave ciò che ha scritto, vorrebbe dire che è in mala fede e questo noi non possiamo nemmeno pensarlo! Dunque noi ringraziamo Paolo Griseri per averci dato la possibilità di dirgli cose molto importanti sulle quali speriamo rifletta, la situazione è assai più drammatica e complessa di quanto un Uomo d’Onore come Paolo Griseri l’abbia presentata e ci permettiamo di concludere, capovolgendo la sua teoria, che se una cosa la movida selvaggia e il degrado stanno producendo è proprio la morte delle città e la distruzione della salute dei cittadini e dei fruitori della “cultura della notte“.

Simonetta Chierici


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