MILANO (Día-río) – È da alcuni giorni che non conservo niente dentro questo “cassetto trasparente”, nel frattempo sono cambiate un paio di cose. La prima – fondamentale per me – è che ho trovato una stanza in casa con altri ragazzi. Certo le serate davanti al televisore non saranno più le stesse dell’ostello, ma la comodità di una casa tua – o con pochi “intimi” – non ha prezzo. Oddio un prezzo ce l’ha, e qui a Milano devo dire che di solito è parecchio elevato, almeno rispetto alla provincia o alle città del Sud. Io, per fortuna, ho trovato qualcosa che si può seriamente definire un’occasione, anche se solo per i prossimi tre mesi. Ma va bene così e, soprattutto, è già molto che io abbia ancora tutti e due i reni ben saldi dentro la mia cavità addominale.
L’altra cosa che è cambiata, a questo punto, è il target delle mie ricerche. Non cerco più casa. Adesso cerco lavoro. E che tipo di lavoro non sto qui a specificarlo ma, considerando quello che ho fatto negli ultimi anni, è ovvio su quale strada vorrei camminare. Questa città offre sicuramente opportunità che le altre italiane non possono offrire. Non male come punto di partenza.
Scrivendo questo post, mi riviene in mente una frase scritta dal mio amico Fernando Adonia parlando di me su facebook: “è a Milano a inseguire il suo destino… che Dio lo assista”. Oltre a ringraziarlo, a tal proposito devo dire che nella sostanza – “il suo destino” – corrisponde pienamente alle mie intenzioni. Diversa, almeno per quanto mi riguarda, è la forma – “a inseguire” – che io definirei “a vivere”. La differenza lessicale sembra netta ma quella semantica è molto più sottile. Vivere mi permette di godere di tutte le opportunità che voglio. Godere perché quando vivi godi, quando insegui no. E che Dio ci assista, sempre, tutti!
Leggi anche: Western alla milanese e “crisi” di suicidi
Leggi anche: I milanesi vanno in sbattimento
Leggi anche: Prime 24 ore a Milano
27.05.2012