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Milano Uomo: F/W 2012 - 2013

Creato il 25 giugno 2012 da Hermes

La settimana della moda va avanti. Incurante della partita dell'Italia, che va in semifinale (ma vieniii!), incurante della domenica, incurante dello spread, incurante di una possibile guerra tra Siria e Turchia e di noi comuni mortali.
E così anch'io devo andare avanti. Mi sono tenuto per ultimo, l'altro ieri, tre sfilate di cui parlare. Cominciando da Les Hommes, che per la prima volta manda in scena una SS (il debutto lo scorso gennaio a Milano). E' una collezione semplice, che mi fa venire in mente gli anni '20, i campi da golf... tutto un pò Prada, a dir la verità, ma senza orpelli grazie a un buon labor limae. Grande protagonista è un accessorio, quella che in inglese si chiama "cummerbund", cioè la fascia di seta da smoking, riciclata in svariate uscite dal duo creativo. Trovata simpatica.
I colori sono nero, blu scuro, cammello, bianco, ma anche verde, prato o militare, e incursioni di ruggine. Vari i tagli, ma mai comunque slim, anzi verso la fine si vira a un fit più largo.
Ancora Milano, ancora primo giorno

Bella questa camicia da smoking, che gioca su un formale reso informale. In questo caso si creano delle geometrie affascinanti, come quelle dei polsini lasciati liberi, o del colletto da papillon slacciato che lancia un'ombra sul bianco puro della camicia. Il risultato? Un'aria nonchalante di gran fascino.


Ancora Milano, ancora primo giorno

Ancora Milano, ancora primo giorno

Voto: 7.La frase: "Cavo, vuoi anche tu una di quelle cintuve di castità in seta?"Geniale Dolce e Gabbana, che rimarrà sicuramente la più chiacchierata sfilata della FW. Il duo rimane ossessivamente attaccato alla Sicilia e soprattutto, a tutti quegli stereotipi agghiaccianti che io non riesco a sopportare (ma immagino all'estero vendano). Eppure, allo stesso tempo, si lancia in un'operazione verità che poco ha da invidiare al neorealismo italiano di Luchino Visconti. Niente modelli, infatti, per la sfilata, ma 44 tra bambini e uomini siciliani, dalle facce vere e consumate, scelti con tre mesi di casting per tutta l'isola, dopo i nobili della passerella invernale. Costi tagliati, ma un sacco di ritorno mediatico, con tutti che acclamano la scelta. Un pò più banale l'idea del sottofondo musicale -eseguito da un coretto con tamburello e marranzano, anche questo dal sapore "artigianale"- al suono di "ciuri ciuri". Gli stessi stereotipi si riuniscono sui capi portati in passerella, che sembrano un pout pourri del peggio dell'oggettistica kitsch da souvenir. Interessante la riflessione di Paola Bottelli del Sole, che nota come questa sfilata sia un vero e proprio "show", come si usa dire in inglese. Con tanto di "modelli", anzi indossatori, anche disoccupati. Chissà quali formose sorprese ci aspetteranno per la sfiliata/show femminile. Però i capi rimangono consigliati a un turista tedesco che voglia qualcosa di molto (poco) tipico. 
Belle le giacche leggerissime a righe. Le valigie ricordano i tempi di un'emigrazione al nord o oltreoceano, le stampe sono un tripudio di stereotipi, dai pupi alle maioliche, ma la cosa più bella rimangono le facce, fiere ed insieme emozionate, di chi questa esperienza non se la scorderà più.

Ancora Milano, ancora primo giorno

Voto: 6 (per una collezione bruttina), ma summa cum laude (per il neorealismo). 

Ancora Milano, ancora primo giorno

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Ancora Milano, ancora primo giorno
 
Ancora Milano, ancora primo giorno

La frase: "Baciamo le mani! Vossignoria vuole comprare qualcosa? Una giacca con dei pupi siciliani?" da leggere con accento siculo (anche io mi sono fatto prendere dagli stereotipi, e "baciamo le mani" non poteva mancare).
Superlativo nella sua semplicità è Neil Barrett, che con pochi elementi crea uno show accattivante e indossabile, forse il mio preferito nella prima giornata milanese. Tra questi elementi c'è il blu, che viene declinato in moltissime sfumature: elettrico, Klein, oltremare, di Prussia...  Naturalmente non è l'unico colore della sfilata, dove fanno capolino anche bordeaux, sabbia, cachi (che io ogni volta mi ostino a scrivere "khaki", manco fosse tedesco) e bianco, nonchè dei timidi metallizzati, dosati con parsimonia. Altro pilastro dello show sono le righe, spesse e irregolari, che ricordano la strappatura di un foglio di carta o i segni della pioggia che cade su una finestra. In continuità con la collezione invernale, troviamo i capispalla e gli zaini trapuntati con disegni particolari, dal sapore tribale. Bellissime, con un quid di lussuoso, le scarpe da skater, in cavallino o suede, o ancora in quella che sembra essere pelle anticata. Blu sono fantastiche... ora che ci penso: le avevo viste da Cèline! Un 8 1/2 a un Neil Barrett che conosco (e apprezzo) sempre di più. A dopo followers.

Ancora Milano, ancora primo giorno

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Bella l'idea di spostare la fascia sbrilluccicante (alta terminologia tecnica) sul davanti del pantalone.  E bello quest'outfit. 


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