Credo di avervi già confessato di avere una certa fissa, una vera e propria passione, per le finestre. finestre illuminate, finestre buie, case con tante finestre, città con tante case.
E per i tramonti, ovviamente.
Si, state sorridendo, lo so. Per come l’ho detto.
Ho anche la passione per le spiagge deserte, per gli alberi, e le loro silhouette più o meno spoglie che si stagliano sotto i cieli di queste stagioni, ma soprattutto per il crepuscolo, i tramonti, o come volete chiamarli voi.
Per quel momento della giornata in cui il sole timidamente cede il passo a.. qualcos’altro. Una magica e fascinosa luce che trasforma l’intorno a noi. Strade, case, città, campagne.. tutto cambia impercettibilmente, ma con forza. Ed è come se si espandesse.
Il cielo sopra di noi, l’aria che prende un respiro più ampio e più lento, come accade a noi nel sonno. Le stelle che si fanno piano piano visibili, così come le luci si accendono dietro alle finestre, nelle case, una dopo l’altra.
Per me il tramonto, e poi la sera, non sono le ore del “vedere di meno”, bensì quelle del vedere di più. E quelle della riflessione.
I pensieri corrono sciolti, si rincorrono e si fanno più chiari. Più malinconici anche, ma è una malinconia dolce amara, che non fa troppo male.
Passo le mie serate a passeggio per la città, quando posso, riservandomi di uscire proprio a quell’ora (come i vampiri ahaha!). Un tragitto in macchina (o in tram, su quei tram vecchi di legno che ancora – siano benedetti – ci sono su alcune linee in centro a Milano) si trasformano in viaggi magici e pieni di poesia.
Con il sole o con la pioggia, indifferentemente, il crepuscolo è un orario magico.
E ti lascia senza fiato, a spiare dietro finestre e finestrini, dietro vetri e tende colorate. Ti lascia sollevare il velo fra i mondi, e scoprire la bellezza di ciò che ti circonda.
A me piace trascorrere queste ore con il naso all’insù, a chiedermi cosa succede nelle case, dietro a quelle finestre. Invento storie, a volte ridicole, a volte divertenti. A volte un po’ tristi anche, perché dopotutto la vita non è fatta solo di polaroid che ritraggono i momenti felici, ma anche di ricordi indelebili dei momenti più tristi.
Vorremmo poterli cancellare, ma poi non saremmo più noi stessi.
Sono anche queste cose, che ci rendono ciò che siamo.