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MILLEFIORI (seconda parte)

Da Teoderica

MILLEFIORI (seconda parte)
Marco, un affascinate cinquantenne, non si era mai accasato, in quanto le numerose donne che gli si avvicinavano , scappavano poi velocemente causa la sua pedanteria e rigidità, seguiva ogni regola, era quasi un delitto per lui non lavarsi le mani prima e dopo il pranzo o non mettersi le ciabatte in casa, poi occorreva alzarsi presto la mattina e coricarsi altrettanto presto, sempre allo stesso orario senza sgarrare di un minuto, anche quando era a casa dal lavoroEppure c’era stato un tempo, in cui Marco era uno scavezzacollo, niente di molto strano, qualche fumata d’erba, un po’ di birra in più, un po’ di cazzotti  allo stadio, ma poi era successa una cosa che lo aveva spaventato, una cosa terribile che non aveva mai confessato a nessuno e si era messo in riga.Si era messo in riga per non deragliare dalle retta via, ogni tanto  ricordava quel giorno,  era alla guida della sua auto, una Panda verdina,  quando si trovò davanti un ciclista ingobbito dallo sforzo, tutto vestito di giallo, maglietta, pantaloncini, berretto, era uno di  quei cicloamatori che paiono quasi dei professionisti, Marco avvertì un tremito, il giallo gli aveva invaso gli occhi e il cervello, poi un pensiero  …se lo uccido?Se do un po’ di gas, e passo sopra a quella cosa gialla, la piallo, la stendo, Marco sudava freddo per trattenersi, una forza misteriosa lo spingeva a premere il gas, tallonava il ciclista e aspettava di travolgerlo, spinse sull’acceleratore, ma proprio in quel momento la macchia gialla, girò a destra in una carraia.Non vedendo più quella macchia gialla, gli sparì anche il giallo dal cervello, capì che era stato baciato dalla fortuna, se il ciclista non avesse svoltato lui sarebbe diventato un assassino.Da quel giorno si autocensurò, ed eliminò ogni vizio dalla sua nuova rigorosa vita.
immagine di Teoderica   

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