Alberto Granado la stringe tra le braccia e lei abbozza un sorriso, i suoi occhi sono tristi ma trasmettono tanta voglia di vivere. È felice Milvia di vedere vicino a lei nella sua casa di Mestre l'uomo che con la sua famiglia sta cercando di regalarle una vita normale. La sua storia inizia nel 1988 quando Milvia, all'età di cinque anni, riesce a vincere un tumore al cervello. L'operazione le lascia gravi conseguenze come la perdita quasi totale dell'uso della parola e delle gambe. Luigi e Mara, i suoi genitori, iniziano una lunga ricerca per trovare un medico che aiuti la loro figlia. E nel 1997 scoprono all'Avana a Cuba un centro specializzato nella riabilitazione neuromotoria. Milvia inizia le terapie, ottiene i primi risultati, conosce la famiglia di Alberto Granado, lo scrittore amico di Che Guevara che la ospita con la madre e la sorella come fosse una figlia. I soldi però non bastano. La famiglia Baratella ottiene un sostegno dal governo cubano, altri fondi da una raccolta nella parrocchia del Sacro cuore, dalla Millimetri del Corso, e torna in cura per quattro mesi nell'estate 1999. Anche la Regione sborsa qualcosa, ma sempre poco per le cure di Milvia che dovrebbe restare in terapia per almeno cinque anni per ottenere dei risultati concreti e poter abbandonare la sedia a rotelle. Adesso la visita di Alberto Granado nella sua casa, un nuovo appello d'aiuto.
- "I medici dicono che sarebbe meglio portare mia figlia a Cuba al più presto — confessa la madre. Ma non abbiamo i soldi per farlo. Qui in Italia, purtroppo, non esiste un centro simile a quello cubano. Lo scorso agosto Milvia è stata sottoposta a un nuovo intervento e adesso sta meglio. Stare qui a Mestre significa regredire. Per continuare ad avere una speranza dobbiamo tornare a Cuba. Spero che qualcuno ci aiuti".
- "Milvia è come una figlia per me e per la mia famiglia — spiega Granado. L'ho conosciuta quattro anni fa attraverso mio cognato che lavora come fisioterapeuta nella clinica dove Milvia era ricoverata. Ho capito subito che ciò di cui aveva bisogno era soprattutto il calore e il sostegno di una famiglia ed ho quindi invitato mio cognato a portare nella mia casa assieme ai miei figli e ai miei nipoti, in tutto 13 persone. Qui Milvia è stata. Aiutare gli altri prima di se stessi , evitare loro le sofferenze è sempre il mio primo pensiero, è il motore della nostra vita, è lo spirito del socialismo cubano, è la nostra cultura".
- "Sono stato in Italia per la prima volta nel 1955. Avevo appena terminato il mio viaggio in motocicletta con Che Guevara. Vedevo nell'Italia non solo il Paese dell'architettura, della storia, ma anche la nuova frontiera per l'espansione del socialismo che predicava Che Guevara. Poi il vostro Paese prese altre strade".
- "Ho parlato e ascoltato solo giovani. Nei loro pensieri, nei loro modi di pensare e di vedere il mondo trovo qualcosa di concreto, scopro quello spirito che ricordo avevo alla loro età. Gli italiani sono persone molto reattive, provocatorie con le loro domande, gente che mi piace e che mi lascia qualcosa dentro".
- "Ricordare Che Guevara, di quello che è stato per Cuba e per il suo popolo. Sapere quando cadrà Fidel Castro e capire tutto su Cuba".
- "Il nostro modo di essere è al servizio degli altri, di chi lavora. Saremo ben lieti di avviare una collaborazione e di intensificare i rapporti tra i due paesi. Ma prima di tutto adesso conta il bene di Milvia. Confido molto nelle istituzioni: cercate di aiutare questa ragazzina. Noi la aspettiamo a braccia aperte".
- Alberto Granado, argentino, 73 anni, conosce Ernesto Che Guevara nel 1941 nella scuola media di Córdoba. Nel 1950 ospita Che Guevara nella sua casa di Cordoba e qui i due decidono di attraversare il continente sudamericano a bordo di una motocicletta. Dal viaggio uscirono una serie di libri e di racconti che rimangono tuttora una sorta di biografia ufficiale del Che. Biologo, scrittore è stato fondatore della prima scuola di Medicina a Santiago de Cuba, del Centro di Medicina scientifica dell'Avana e dei Centro salute animale dell'Avana. Dal 1997 ospita periodicamente nella sua casa Milvia Baratella per seguirne la cura riabilitativa dopo l'intervento al cervello.
Fonte: "Il Gazzettino" (mercoledì 14 febbraio 2001) Ulteriori informazioni si possono trovare nel sito dell'A.I.A.S.P. (Associazione Internazionale di Amicizia e Solidarietà con i Popoli):