In questa “tempestosa” Free Agency, sono emersi come protagonisti sicuramente i Miami Heat, ma anche i Lakers, questo lo si può intendere; Ma non trascuriamo quelle altre franchigie che “in silenzio” hanno agito molto bene. In questo articolo parleremo infatti dei Milwaukee Bucks, la squadra “rivelazione” della scorsa stagione (insieme ai Thunder di Kevin Durant), arrivati ai playoffs e ad un soffio dal passare il traguardo del primo turno contro gli Hawks (4-3).
L’anno passato è stato a dir poco positivo per la squadra della “città di Fonzie”: basta infatti dare una piccola occhiata alle cifre. Stagione regolare terminata con un incoraggiante 46-36, un gran passo in avanti se la mettiamo in relazione con la stagione 2008-09, dove le vittorie della truppa di coach Skiles erano state complessivamente 34 (ultimi nella Central Divison). Nella passata regular season i fattori essenziali per la crescita di questa franchigia sono stati in primis la chiamata con la 10a scelta da parte dell’ex Virtus Roma Brandon Jennings, (piazzatosi terzo nella lotta al “rookie of the year”) capace di guidare una squadra sin dal suo primo anno in NBA. Da ricordare la sua prestazione letteralmente “devastante” contro gli Warriors, dove l’ex Oak Hill Accademy mise a segno la bellezza di 55 punti con 7 triple a referto (su 8 tentativi!).
Oltre al grande impatto del rookie, a Milwaukee è stato di importanza capitale anche la presenza sotto le plance del “Big Man” australiano Andrew Bogut, ripresosi dopo i continui problemi fisici di due stagioni fa; le sue stoppate, i suoi rimbalzi e il grande contributo offensivo è stato certamente determinante per i “cervi”, peccato che proprio prima dei playoff cadendo a terra dopo un salto si sia rotto la mano, lasciando l’area completamente vuota per tutta la post-season. A questi due giocatori se ne aggiunge un terzo di primaria importanza e corrisponde a John Salmons, ala prelevata in febbraio dai Bulls tramite una trade. Egli ha portato tante risorse offensive, sfruttate bene attraverso gli ottimi schemi giocati da Skiles, i quali sono serviti ad aumentare la pericolosità offensiva di Milwakee. Infine comunque, tutti gli altri comprimari hanno una parte del merito ovviamente, ad esempio i vari Mbah a Moute (difensore pazzesco a mio avviso), Luke Ridnour (play diligente e ordinato), Carlos Delfino e Ersan Ilyasova sono risultati ottime risorse.
Quest’anno il mercato dei Bucks è risultato molto buono, in quanto gli acquisti dei vari Maggette, (macchina da punti, micidiale in 1vs1, ma debole in difesa) Gooden, (energia e rimbalzi garantiti, ma troppi soldi per il suo contratto) Chris Douglas-Roberts (reduce da una discreta stagione nonostante la disastrosa annata dei suoi Nets) e soprattutto la riconferma di Salmons non hanno comportato troppi sacrifici. Infatti l’unico giocatore di rilievo che Milwaukee ha perso è Ridnour, volato nel Minnesota. Ora ci aspettiamo una stagione che finalmente potrà consacrare questa buona squadra, che potrebbe avere il tanto atteso “salto di qualità”, nonostante le tante insidie che l’Est ci proporrà la prossima stagione.