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Milwaukee Bucks, vittorie senza futuro

Creato il 15 novembre 2012 da Basketcaffe @basketcaffe

Milwaukee non è Los Angeles, e nemmeno New York. No, decisamente no. E non è neanche Detroit, Denver, Miami o Boston. Milwaukee è una città tranquilla, lontana dalle luci della ribalta, in cui la vita notturna ha più di qualche carenza e la rigidità dell’inverno è cosa nota. Se volete due riferimenti culturali dovete cercare “Harley Davidson” e “Arthur Fonzarelli”… c’è di meglio. Per un giocatore NBA degli anni 2000, non è propriamente il luogo ideale in cui giocare.
Non è un mistero, infatti, che la coppia di guardie della franchigia del Wisconsin abbia espresso il desiderio di non rinnovare il contratto. La coppia in questione, come sapete, è quella formata da Brandon Jennings e Monta Ellis, una delle più elettrizzanti di tutta la Lega. La situazione è spinosa e rischia di condizionare fortemente la stagione dei Bucks, che, al momento a dire il vero viaggiano spedita come un treno con un record di 6-2. La squadra è costruita (come da parecchio tempo ormai) per cercare di strappare un pass per i playoff senza però preoccuparsi realmente di diventare una contender come la era ai tempi ormai lontani di Ray Allen, Glenn Robinson e Sam Cassell. Sono anni, infatti, che Milwaukee vivacchia nella NBA dando sempre l’impressione di non volere realmente migliorarsi per poter puntare a qualcosa di più di una semplice partecipazione alla post-season. Negli anni passati, la squadra ruotava attorno al duo Redd-Bogut (giocatori con infortuni cronici) mentre quella di oggi fa affidamento, come detto, alla coppia di guardie più incredibile dell’intera NBA. Altrettanto incredibile, questa volta in senso negativo, è la freddezza e il distacco che il pubblico e i tifosi mostrano verso questa franchigia (penultima per followers su Twitter e sestultima per fans su Facebook), chiaro sintomo della sensazione di abbandono e rassegnazione che c’è attorno ai Bucks.

Tutto sommato, forse, dato che non c’è cosa peggiore nella NBA dell’essere una squadra mediocre (e i Bucks ne sono l’esempio migliore), una totale rivoluzione del roster potrebbe essere l’unica soluzione per far tornare un po’ di entusiasmo attorno alla franchigia e poter realmente tornare ad essere una contender. Scambiare Ellis e Jennings per scelte alte al prossimo draft e giocatori di prospettiva sarebbe una buona mossa, considerando anche la crescita di Ilyasova e le buone sensazioni date dal rookie John Henson. Costruire un nucleo giovane e futuribile è l’unica soluzione che i Bucks hanno per uscire da ormai troppi anni di anonimato e poter tornare a vincere.

Milwaukee non è Los Angeles o New York, ma una squadra nero-argento insegna che le vittorie non dipendono necessariamente dall’appeal di una città…


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