Magazine Diario personale

MiniRecensione> Anna dei Miracoli

Da Marquisdelaphoenix @MarquisPhoenix

MiniRecensione> Anna dei Miracoli Anna dei Miracoli" title="MiniRecensione> Anna dei Miracoli" />

 

Il film, tratto da un’opera di William Gibson, ripercorre una storia vera. Quella di Hellen Keller una bambina rimasta prima di alcuni sensi importanti (vista ed udito) sin dai primi mesi  di vita.

Questa situazione aveva precipitato Hellen in un abisso oscuro peggiore di quello toccato in sorte a chi abbia subito lo stesso handicap da adulto: gli altri, infatti, possono ricordare ciò che hanno visto, ne hanno i concetti, conoscono i loro nomi e devono solo imparare un nuovo linguaggio che faccia loro da tramite col mondo esterno. Devono solo trovare un canale alternativo per far uscire la loro anima fuori, per farla sbocciare.

Hellen, invece, non aveva mai visto le cose, non le conosceva neanche col tatto. Abituata ad essere riverita e aiutata per il suo handicap, era abituata ad ottenere subito quello che voleva e quindi non si era data pena di conoscere il mondo. Semplicemente lo fruiva. Come un animale, e come un animale, reagiva violentemente qualora un oggetto del suo desiderio le veniva interdetto.

Questa era la situazione che si ritrova ad affrontare Anne Sullivan, la sua giovane ed inesperta insegnante chiamata dall’agiata famiglia della ragazzina a rendere un po’ più normale la loro figlioletta.

Ma come fare? Partire dal linguaggio dei ciechi sembrava la strada più logica e così viene fatto. Ma Hellen non conosce i corrispettivi reali dei nomi che Anne le insegna e cosi viene in possesso di un immenso vocabolario senza senso tant’è vero che sovente la bambina associa le parole ad oggetti sbagliati.

Questo induce i genitori della piccola a pensare che la bambina abbia un grave ritardo mentale che le avrebbe riservato come unica inevitabile sorte quella di finire in un manicomio.

Ma Anne non si arrende e chiede almeno 2 settimane di tentativi intensivi sulla bambina per ottenere un risultato. Se non vi sarà alcun segno tangibile di una mente intelligente chiusa in quell’abisso, lei se ne andrà e per la bambina vi saranno ben poche speranze, anche a fronte di una famiglia che la adora tanto da averla viziata all’eccesso.

Durante queste settimane, Anne cerca di capire il problema che affligge Hellen, cerca segni della sua intelligenza, della sua sensibilità emotiva e ne trova quando vede che la piccola capisce le espressioni del volto, è gelosa delle attenzioni date ai figli degli inservienti, ha pietà per un pulcino che non riesce ad uscire dal suo guscio.

C’è speranza. Ma il tempo scorre veloce e non si riesce a trovare il bandolo della matassa. La famiglia che l’aveva assunta, si accontenta comunque del fatto che la piccola si sia calmata, abbia imparato a mangiare come un essere umano e dia meno in escandescenze di un tempo e le paga il salario.

Durante gli attimi finali del film qualcosa accade…Hellen, dopo l’ennesimo litigio con la sua maestra, scappa dalla casa dei genitori e s’imbatte nella fontana a pompa del giardino di casa, la urta e ne “sente” uscire l’acqua che le finisce sulla mano. Si blocca. Le sovviene che quando era poco più che una neonata, aveva già provato quella sensazione, aveva visto l’acqua ed aveva provato a darle un nome pronunciando verbalismi onomatopeici simili al suono della parola “acqua”. Quello strano oggetto, fluido, fresco, piacevole…l’aveva già conosciuto prima che il buio la precipitasse in un abisso di tenebre senza senso.

E allora capisce che quella parola che aveva appreso con il linguaggio dei ciechi si riferiva a quell’oggetto. Gli oggetti hanno dei concetti, i concetti sono espressi tramite nomi, i nomi possono essere espressi in vari modi. Tra questi anche i gesti.

Rimane imbambolata mentre la sua testolina elabora tutti questi pensieri ed alla fine, cercando quasi di parlare, corre verso i suoi genitori e li abbraccia…quegli strani esseri erano suo padre e sua madre. Ha un’amica, la maestra, che corre a cercare ed a baciare.

E’ finalmente entrata nel mondo, ne capisce il senso.

Si è schiusa, come quel pulcino alla vita ed al mondo delle idee.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :