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Miniserie Tv italiane: recensione "Rossella" - il coraggio di una donna e l'emancipazione femminile

Creato il 06 ottobre 2012 da Lalenene @Irene_Marziali
Ci siamo sempre molto lamentate della scarsità di valide produzioni televisive italiane, soprattutto se confrontate con quelle - tante e ben fatte - della televisione inglese. Nel corso degli anni la Rai si è sforzata in questo senso, dobbiamo riconoscerlo, tuttavia in molte occasioni ha ottenuto niente di più che drammoni soap-style con parasole e crinolina a distinguerli da quelli di ambientazione moderna.
Esistono tuttavia esempi, del passato ma anche degli ultimi tempi, di miniserie storiche - o period dramas - fatti con cura per la fedeltà storica, attenzione alle tematiche affrontate ed alle dinamiche sociali del tempo. Si vede insomma che dietro vi è uno studio più approfondito, il desiderio di soddisfare anche quella parte di spettatori che non beve o tracanna ma sorseggia con occhio critico e palato abbastanza fino.
Una di queste produzioni italiane, ed anche una delle più recenti, è quella che vado a presentarvi oggi.
"Rossella"
Mandata in onda su Rai 1 nei primi due mesi del 2011, questa miniserie televisiva in costume composta da sette episodi ci trasporta nella Genova della fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento, difficile periodo in cui tutta l'Europa si vede teatro di scontri e conflitti tra la "classe alta" attaccata ai suoi privilegi e i moti di una società civile, lontana da quei privilegi, che freme per affermarsi.
Il regista Gianni Lepre e lo sceneggiatore Dario Piana hanno dato vita ad una fiction caratterizzata da momenti di forte emozioni e drammaticità, romanticismo - sviluppato attraverso storie d'amore realistiche e travagliate - e che si è particolarmente distinta, almeno a parer mio, per l'ottima fedeltà storica dell'ambientazione.
Trama 

La bellissima e coraggiosa Rossella Andrei/Gabriella Pession

Il matrimonio di Giuliano e Rossella, dopo che lei è scappata
di casa

Genova 1896. Rossella Andrei, una coraggiosa, intelligente, illuminata, bellissima ragazza dell'alta società genovese, secondogenita di un ricco industriale. Casualmente Rossella fa la conoscenza di Giuliano, un giornalista povero ma ambizioso e che predica grandi ideali, innamorandosene immediatamente benché contro il volere del padre, che l'ha già promessa sposa al ricco socio in affari Walter Jaeger. Rossella non ama Jaeger e non vuole assolutamente sposarlo, così scappa di casa insieme a Giuliano, diventando sua moglie e dando alla luce una bambina, Angelica. Nel frattempo Paolina, la sorella maggiore da sempre innamorata di lui, sposa il rigido Jaeger, facendo felice il signor Andrei. Rossella rimane da sola, senza un soldo, rinnegata dal padre e con una bimba da mantenere mentre Giuliano va in Africa a cercare fortuna. Al suo ritorno, Rossella si rende conto che non è più lo stesso uomo, è diventato cattivo e avido di potere. Egli riesce, insieme a Jaeger, ad assumere il controllo della società Andrei estromettendo il padre di Rossella - che nel frattempo si è riunito alla moglie Olimpia, ripudiata anni prima per adulterio - ed usandola per traffici redditizi ma illegali.
Benché ancora controllata dall'odioso e violento Giuliano, Rossella diventa assistente del conte Riccardo Valeri, amico di famiglia, aristocratico illuminato e bravissimo, onesto, altruista medico. Nel suo laboratorio Rossella ha modo di sviluppare il suo talento per la medicina, che diventa una vera passione, e ritrova l'amore con Riccardo - infelicemente sposato con la contessa Sophie, una donna bellissima ma ossessiva e malata di nervi.

L'affascinante dottor Conte Riccardo Valeri nel suo laboratorio

Insieme Rossella e Riccardo cercano anche di aiutare Jacopo, cugino di Rossella, divenuto carbonaro a salvare la sua innamorata Lucia dal bordello in cui è stata rinchiusa per pagare i debiti di gioco del padre. Purtroppo l'impresa ha scarso successo e la povera Lucia, malata, muore poche ore dopo essere stata liberata dalla casa chiusa. La vicenda però unisce ancora di più Riccardo e Rossella, aumentando l'amore e la stima che provano l'uno per l'altra.
Gelosa dell'autentico sentimento che vede fra Riccardo e Rossella, Sophie si avvicina a Giuliano che la seduce e gli da un figlio, Federico. Quando anche Sophie, come Rossella prima di lei, si rende conto di quanto meschino e malvagio sia l'uomo di cui si è innamorata lo minaccia di denunciare la sua condotta, ed egli la uccide facendo ricadere la colpa sul marito Riccardo.
Dopo aver scontato una pena di quattro anni per adulterio, per la quale è stata accusata da Giuliano e condannata dal vendicativo zio Cesare - assassino di sua madre Olimpia perché da lei respinto -  Rossella riesce a provare l'innocenza del suo amato grazie all'aiuto di un simpatico barbone genovese, Vanni.

I genitori di Rossella, Pietro ed Olimpia quando lui la riaccetta
come moglie dopo averla ripudiata e spedita in convento.

Il lieto fine giunge a rallegrare questa triste serie di tragedie: Rossella è finalmente libera dal vendicativo Giuliano, in carcere per l'omicidio di Sophie, è riuscita a laurearsi come dottoressa e vive felice ed innamorata insieme a Riccardo, Angelica e Federico - figlio di Giuliano e Sophie che hanno adottato - ma anche il padre Pietro Andrei e la sorella Paolina, ribellatasi alla durezza del marito Jaeger dal quale si è separata.
( Perdonatemi...so che è un po' lunga ma riassumere 7 episodi densi di avvenimenti e raccontati su più piani intrecciati non è facile! )

Interpreti 
Rossella Andrei - Gabriella Pession
Conte Riccardo Valeri - Danilo Brugia
Giuliano Sallustio - Giuseppe Zeno
Contessa Sophie Valeri - Francesca Cavallin
Pietro Andrei - Fabio Sartor
Cesare Andrei - Toni Bertorelli
Olimpia Andrei - Monica Guerritore
Barbone Vanni - Ugo Dighero
Paolina Andrei-Jaeger - Teresa Saponangelo
Walter Jaeger - Giovanni Guidelli
Opinioni 

Un'altra immagine di Danilo Brugia nei panni di Riccardo


I temi trattati in questa produzione sono seri ed importanti. Uno dei più importanti è la difficile condizione della donna fino all'Ottocento. Rossella ci mostra la straordinaria forza ed il coraggio che erano necessari ad una donna per ribellarsi alle convenzioni sociali dell'epoca, nonché le conseguenze a cui andava incontro. Raramente ad una donna che si allontanasse dal marito, pur se violento o disonesto, veniva data ragione. Più spesso invece era l'uomo a vedere scusato il proprio comportamento, a ricevere consensi e dunque potersi legare ad altre donne e addirittura ricevere la custodia dei figli.
Non solo, ci fa anche vedere quanto fosse difficile per una donna - pur se di famiglia facoltosa - accedere all'istruzione superiore, a dispetto di quali talenti o genialità potesse avere.
Olimpia ci dimostra come le famiglie potessero essere divise al loro interno, quanto le regole comportamentali ed i vincoli imposti ai rapporti interpersonali precludessero anche una vera conoscenza reciproca all'interno di una famiglia e addirittura di un matrimonio.
La povera Lucia ci illustra invece gli unici mezzi che una giovane donna povera aveva per poter aiutare economicamente la propria famiglia, nonché le dinamiche interne delle allora tanto diffuse e tanto usate case di piacere.
Viene anche considerato il tema delle rivolte sociali ed operaie che cominciano a manifestarsi negli ultimi decenni dell'Ottocento a causa della progressiva industrializzazione e dunque del formarsi di una larga massa operaia, costretta a condizioni di vita disagiate e ostile nei confronti della minoranza ricca che deteneva poteri e mezzi. Come si vede nella miniserie, c'erano nobili ed alto-borghesi che rispondevano in maniera positiva e moderna alle necessità di progresso che si stavano pian piano manifestando ( Riccardo; Pietro ) mentre altri che facevano di tutto per mantenere i propri privilegi o coglievano l'occasione per arrampicarsi socialmente ed arricchirsi ( Cesare; Giuliano ).
Non ci si limita dunque a presentare una serie di intrecci amorosi e di problematiche familiari, in stile soap opera. Attraverso le complesse, interne dinamiche interpersonali di due famiglie italiane del tempo - una alto-borghese e l'altra nobile - ci viene descritto un quadro generale, con maggior riguardo agli aspetti di cui abbiamo già parlato, della società e della vita di allora.
I costumi sono curati e realistici. Le ambientazioni interne ed esterne studiate e preparate con attenzione ai dettagli ed alla fedeltà storica. I dialoghi sono scritti rispettando abbastanza il tono di una conversazione dell'epoca, anche se in certi casi - soprattutto nell'ambito dell'intimità di coppia - sfociano un po' troppo nella moderna confidenza. Nel fare l'istintivo paragone con quelli delle produzioni britanniche, dobbiamo però tener conto del fatto che l'etichetta della società inglese era diversa e ben più rigida  attenta di quella italiana.
Gli attori sono tutti molto bravi. Forse l'unico è il giovane attore che interpreta Jacopo, il cugino di Rossella, che ho trovato poco convincente. La Pession è ormai una veterana delle serie tv in costume e sa portare benissimo i panni di qualche secolo fa. Brugia mi ha stupito molto piacevolmente, perché è riuscito a dare carattere e forza al suo personaggio pur con un'espressività mite e contenuta. Zeno è riuscito pienamente nel rendere il proprio personaggio antipatico e bastardo - passatemi il termine - come la Cavallin ha saputo dare alla Contessa Sophie la stupidità e la fragilità che la caratterizzano. I due coniugi Andrei ( Sartor e Guerritore ) sono due grandi attori ed hanno dimostrato ancora una volta il loro talento e le loro capacità espressive.
Guidelli e Bertorelli - i due aiutanti dell'antagonista parlando in termini fiabeschi - sono stati dei meravigliosamente meschini cattivi. Infine, Ugo Dighero che, pur se vedendosi affidata una piccola parte, è riuscito a dare un guizzo di freschezza, di ironia e di genialità - secondo me - all'intera produzione: fantastico!
Giudizio finale: 7 e 1/2

In caso l'aveste persa, potete trovare tutti i sette episodi sul sito RAI.TV nella sezione PROGRAMMI ON DEMAND-FICTION.
Sappiateci dire cosa ne pensate...aspettiamo le vostre opinioni!!
Con affetto,
Irene


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