Dalla parte del torto.

Gli sgomberi ai campi rom di Castelfusano dopo l'omicidio Reggiani
Non c’è peggior nemico di una causa di chi la difende male. Questo vale anche per le questioni che riguardano le donne, e la loro immagine pubblica. Ci vuole calma, sangue freddo, voglia di usare il cervello.
Con ordine: ieri la Cassazione si è pronunciata riguardo a una legge voluta nel 2009 dal governo Berlusconi, con la quale si prevedeva che l’unica misura cautelare che il giudice poteva applicare per reati sessuali era il carcere preventivo. Nel 2010 la Corte Costituzionale sancì questa norma come incostituzionale perché contraria a diversi articoli della nostra Costituzione, tra cui il 27 che recita: “L’imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva”. Vale la pena di far notare che si tratta di un articolo antifascista. Ieri cosa ha fatto la Cassazione? Ha esteso l’inapplicabilità della norma, già rilevata dalla Corte, dai reati di violenza sessuale alla violenza sessuale di gruppo.
Ora, i reati sessuali sono odiosi. Li condanno con tutte le mie forze il mio corpo e la mia mente. Credo che le vittime siano le vittime, appunto, e mai i colpevoli. Ritengo che il numero di donne abusate in Italia, in Europa, nel mondo sia tale da costituire un’emergenza civile planetaria. Sono convinta che vadano prese tutte le misure necessarie per debellare questo fenomeno. Ma giudico il fenomeno della violenza sulle donne culturale sociale e politico, e credo che della medesima natura debbano essere le contromisure che vengono considerate per affrontarlo. Per questa ragione sono convinta che battersi per il carcere preventivo sia un bersaglio falso se non controproducente, comodo solo per chi vuole affrontare il problema della violenza a suon di annunci bomba, castrazioni chimiche, provvedimenti securitari, chiusura dei centri storici in nome di una presunta sicurezza, disinformazione. Ma il punto del problema è un altro. Ripeto: culturale, sociale, politico.
È il contesto in cui viviamo immersi, in cui le donne sono considerate, e pubblicizzate con i più potenti mezzi, come stupide cosine decorative a disposizione dei maschi, e se vogliamo o non vogliamo non importa, siamo oggetti, il maschio ci vuole ci prende ci domina, noi ci accontentiamo di poteri sostitutivi come la seduzione e poco altro – questo è il punto su cui lavorare, il rispetto dell’individualità, una visione “umanista” e non separatista, il sesso biologico e il genere culturale, la sessualità libera autonoma consapevole, l’educazione sessuale nelle scuole – tutto questo e molto altro, non il carcere preventivo, che comunque avviene tardi per definizione e sazia solo la sete di galera di travaglini, finti-anarchici, post-fascisti e fake-femministi che vorrebbero la ghigliottina e dimenticano che la democrazia costituzionale, con tutti i suoi difetti, è ancora il bene comune più prezioso che abbiamo.


Poi, certo, capisco chi pensa che viviamo in un paese che osteggia le donne e che questo sia un ulteriore segnale di inimicizia da parte dello Stato.

In sintesi: mi rifiuto di sostenere posizioni che trasformano la violenza sulle donne in un pretesto per fare far passi indietro alla democrazia. Al contrario, al contrario! Passi avanti.






