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Miracolo a Le Havre

Creato il 24 novembre 2011 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma

Miracolo a Le Havre

 

Anno: 2011

Distribuzione: Bim

Durata: 93’

Genere: Commedia

Nazionalità: Finlandia/Francia/Germania

Regia: Aki Kaurismäki

Aki Kaurismäki, regista finlandese dalla poetica soave e ironica, affronta un tema controverso e attuale, come la gestione dei flussi migratori verso l’Europa.

Marcel Marx (André Wilms), ex scrittore bohemien, sceglie di esercitare un lavoro umile, come quello del lustrascarpe, a Le Havre. La sua vita non è facile: il guadagno giornaliero non è incoraggiante e la moglie, Arletty (Kati Outinen), scopre di avere un tumore. Nello stesso giorno in cui Marcel riceve la notizia della malattia della consorte, si imbatte in un ragazzino, Idrissa (Blondin Miguel), in fuga dalla polizia, convinto di essere arrivato in Inghilterra. Il buon Marcel, con l’aiuto della panettiera Yvette (Evelyne Didi), del droghiere (François Monnié), di Little Bob (Roberto Piazza) e del commissario Monet (Jean-Pierre Darroussin), nonostante il brutto male che ha colpito la moglie, troverà la forza di aiutare il ragazzo ad oltrepassare la Manica e a raggiungere i suoi familiari.

Miracolo a Le Havre è una pellicola magnifica, che riesce a trattare il difficile tema dell’immigrazione verso i Paesei membri dell’Unione Europea, con uno sguardo che passa, senza squilibri, dall’ironia bonaria alla soavità dei sentimenti e delle immagini. Ogni fotogramma è dipinto come se fosse un quadro: ogni oggetto di scena è collocato perfettamente, ogni colore è ricercato, i movimenti degli attori sono minuziosamente calcolati all’interno dello spazio in cui agiscono.

Miracolo a Le Havre

Il tema affrontato è di recente interesse, ma Kaurismäki sembra preferire l’atmosfera della Francia postbellica. Il risultato è una narrazione non inquadrabile in un periodo ben preciso, cosa che conferisce universalità alla storia.

André Wilms offre un’interpretazione pacata e tecnicamente perfetta. Non sono da meno la musa di Aki, Kati Outinen, e Jean-Pierre Darroussin, che in questo periodo sarà al cinema anche con Le Nevi del Kilimangiaro di Guédiguian.

Kaurismäki, in un periodo difficile come questo, che porta con sé diffidenza e indifferenza nei confronti dell’altro, soprattutto se straniero, ci regala il ritratto ottimista e struggente di un’umanità comprensiva ed accogliente.

Francesca Tiberi


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