Esaurita la sbornia celebrativa dei festeggiamenti per l’anniversario dell’Unità d’Italia, il modo migliore per continuare a decantare la nostra Penisola è quello di parlare di un grande miracolo italiano.
Nulla a che vedere naturalmente che vecchie ammuffite e mai esaurite promesse elettorali che risalgono a tanti anni fa. Anche se i personaggi di quel tempo resistono imperterriti.
Questo miracolo invece ha come protagonisti i medici dell’equipe operativa di chirurghi del Policlinico di Milano.
La straordinaria squadra guidata dal dottor Franco Valenza, un ricercatore che ha lavorato per anni a Toronto (ah, la fuga dei cervelli!), infatti ha eseguito un intervento straordinario che ha salvato la vita a un giovane che soffre di fibrosi cistica.
Quest’operazione, della durata di 16 ore, ha consentito il recupero e il trapianto di polmoni che erano stati definiti deteriorati e inutilizzati dalla struttura. Una tecnica rivoluzionaria ha potuto fare in modo che questi organi vengano rigenerati e resi trapiantabili al ragazzo che ormai versava in condizioni disperate.
La mancanza di polmoni in stato accettabile e il perdurante aggravarsi dello stato di salute del giovane hanno convinto il prof. Valenza ha mettere in atto questo rivoluzionario tipo di intervento che, dopo il successo dell’operazione, gli ha donato la sopravvivenza.
Dopo più di dieci giorni, in cui il ragazzo di 24 anni era attaccato a una sorta di polmone d’acciaio (l’ecmo), questi ha potuto esclamare sotto voce la propria gioia per aver avuto salva la vita grazie ai polmoni che “nessuno voleva”.
Queste sono le storie italiane che vorremmo sempre raccontare dove le strutture sanitarie e l’ingegno degli uomini riescono a raddrizzare situazioni così disperate, e ci pongono all’avanguardia nel campo della salute e della ricerca medica.
Non c’è nessuna bega politica che possa cancellare questo capolavoro di Valenza e i suoi, e l’essere italiani uniti nella vittoria ha senso qui più che in ogni altro campo.
Una triste e amare considerazione mi viene semmai dal poco spazio dato a questa straordinaria impresa, che avrebbe meritato tutte le prime pagine e i più importanti servizi del telegiornale. Ma così non è stato.
D’altronde siamo sempre in Italia, nel bene e nel male.
Questa volta è decisamente nel bene, il resto conta nulla.