Tra le tante immagini che sviliscono l’immagine femminile ci sono anche queste: quelle più pericolose che rimandano (o normalizzano) ad un vero atto di violenza.
Una mia lettrice mi segnala questa pubblicità, presa da un blog . L’immagine è inequivocabile.
E’ a via Monte Cervialto di Roma non pò passare inosservato, il cartello pubblicitario di Andrea Morelli.
E proprio in questo clima che avvengono le più efferate violenze contro le donne, quando chi dovrebbe educare al rispetto invece fa il contrario, normalizzando simili episodi e pizzandoteli su 3×6 anche a chi non vorrebbe o dovrebbe vedere.
Nello stesso clima, dopo l’ennesimo stupro (che anche se non è accaduto a Roma, è importante ricordarlo) l’assessore alle Pari Opportunità del Comune di Forlì è una delle poche persone che non collega affatto lo stupro alla mancanza di sicurezza o all’immigrazione clandestina ma dà piena responsabilità al degrado culturale che ne agevola l’humus:
“e’ necessaria una grande azione di educazione culturale a partire dalle scuole, per sviluppare relazioni di pari dignita’ e rispetto tra i sessi [...] Benche’ la legge in Italia punisca la violenza sessuale, con aggravanti in caso di minori, l’immagine oggettivata della donna che permea la pubblicita’ e piu’ in generale i media, puo’ indurre ad una forma indiretta di tolleranza verso questi fenomeni. Se la donna infatti viene considerata soprattutto un corpo da ‘ottenere’- fa notare Maltoni- diventa moralmente lecito ogni mezzo: dall’acquisto in forma di transazione monetaria fino all’estremo dell’uso della violenza, quando la donna non e’ consenziente [...]e’ necessaria percio’ una grande azione di educazione culturale a partire dalle scuole, per sviluppare relazioni di pari dignita’ erispetto tra i sessi”
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