Le prossime due settimane farò una bellissima esperienza: sarò al MIT di Cambridge per frequentare una summer school organizzata dal New England Complex Systems Institute. Vedrò per la prima volta gli Stati Uniti, e soprattutto frequenterò una delle università più prestigiose al mondo. Non avrò molto tempo di visitare la città, ma spero di riuscire a fare una toccata e fuga in quel di New York, che dista circa quattro ore di autobus.
Le lezioni che seguirò riguarderanno i “Sistemi complessi”, una disciplina che più che essere una vera e propria scienza è in realtà un approccio scientifico che accomuna un po’ tutti i campi della ricerca, dalla fisica alla chimica, passando per sociologia ed economia. Non sarà quindi una summer school di genomica o di bioinformatica, ma piuttosto una grande carrellata di strumenti e applicazioni per lo studio della complessità, che indubbiamente è un aspetto imprescindibile dei sistemi biologici.
Tanto per darvi un’idea della multidisciplinarietà di questa scuola, so che tra i miei compagni ci saranno fisici, bioingegneri, informatici, sociologi, economisti, neuroscienziati, ingegneri civili, medici e matematici. Saremo tutti a Boston per imparare a studiare i fenomeni complessi, in modo da mettere poi in pratica quanto appreso nei nostri specifici settori di ricerca. Il mio compagno di viaggio sarà Simone, che fa come me il dottorato in Sistemi Complessi presso l’Università di Torino: lui è un fisico che si occupa di alberi filogenetici e linguistici. Insomma, ce n’è davvero per tutti i gusti.
Spero di riuscire a scrivere qualche post sul blog, ma sicuramente non potrò aggiornarlo con la mia solita frequenza: sarò a lezione dalle 9 del mattino fino a sera inoltrata! A dire la verità, potrei sempre svegliarmi alle tre di notte e scrivere (a causa del jet lag non dovrei avere molte difficoltà a farlo, almeno i primi giorni); il problema è che faccio un frastuono incredibile quando digito sulla tastiera, e credo che il mio socio Simone non apprezzerebbe.