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Moana: cinquant'anni e un giorno

Da Danielevecchiotti @danivecchiotti

Moana: cinquant'anni e un giornoLo raccontavo esattamente un mese fa. Durante le infinite ricerche per la scrittura della mia commedia musicale sugli anni ’80 “Tutto matto”, ho scartabellato tra tonnellate di video d’epoca allo scopo di selezionare i personaggi, i luoghi, gli ambienti, gli oggetti, i fatti di cronaca che più racchiudessero l’anima e l’essenza di quel decennio che ha trasformato l’Italia e il mondo mettendo le basi per ciò che noi tutti siamo oggi.
E, nella valanga di materiali rovesciatimi addosso, si è distinta la voce di Moana Pozzi, figura-cult di quell’epoca in cui la forma (nel suo caso le forme) iniziò ad avere definitivamente la meglio sulla sostanza e una donna intelligente e colta decideva non tanto di vendere il proprio corpo per sistemarsi economicamente e socialmente (questo è sempre avvenuto in qualunque decennio di qualunque secolo e, sappiamo bene, avviene ancora oggi), quanto di spettacolarizzare il proprio meretricio per ritagliarsi uno spazio tutto proprio e personalissimo nella società e nella storia del paese.

In particolare c’è un’intervista, l’ultima rilasciata da Moana poche settimane prime della sua morte. Durante uno show con Pippo Baudo in diretta su Raiuno, all’apice massimo della sua carriera di fornicatrice da cinemacci elevatasi al ruolo di diva nazional-popolare, Moana rispondeva alla domanda di una donna del pubblico che le chiedeva come si immaginava a cinquant’anni.
Lei rispose esattamente come segue:
«Forse a cinquant’anni mi immagino ancora… non lo so… una donna piacente. Mi darò da fare per continuare ad esserlo. Dopo… dopo non mi immagino più».

Ebbene: ieri, 27 aprile 2011, Moana avrebbe compiuto proprio quei fatidici cinquant’anni che sembravano essere il limite massimo che lei stessa riusciva a darci.
E se lei non riusciva ad immaginarsi dopo tale limite, resta la dolceamara consolazione che, invece, noi, oggi che lei ha cinquant’anni e un giorno, ce la ricordiamo ancora benissimo.


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