Un minuto all’inizio! Quante volte volte me lo sono sentito urlare mentre, trepidante, raggiungevo di corsa il palco, facendomi strada tra tende e scatole, per andare, come si usa dire, “in scena”! Ma il 10 dicembre al Crystal Club di Roma, è andata in scena l’eleganza e la femminilità di una donna capace di piacere, di volere il meglio per se stessa e di saper suscitare ammirazione, grazie all’evento sfilata-concorso presentato da VERTICAL ,iniziativa benefica, che ha visto in passerella ragazze mannequin in carrozzina e non. Sono giunte da tutta Italia per raccogliere con freschezza ed intelligenza la sfida ad infrangere i confini articiali che separano bellezza, moda e disabilità. Un tappeto rosso si è trasformato in un tappeto magico, capace di realizzare per una notte il sogno, regalando in prima persona l’emozione di indossare capi di stilisti aderenti all’iniziativa.
Con disinvoltura tutte le ragazze hanno interpretato la collezione di GAIA MACCHINA, proiettate nel futuro, attraverso l’alternanza di abiti ed accessori composti con materiale metallico, componenti di vetture, macchinari, per poi passare alle idee della giovane stilista emergente ANNA GOFFREDO, per una donna che ama i colori e la luce. Non si risparmiano neppure le leggere semi trasparenze e la fluidità dei tessuti impalpabibili proposti da IVONETE COSTA BARBOSA, per poi lasciarsi avvolgere da nuvole di tulle e organza, nella magia degli abiti da sposa di IANA SAHYANTS, con gli accessori di MARTINA BELLINI FACTORY. E ancora insieme sui tacchi a spillo e sedute in carrozzina per due importanti collezioni alta moda BLACK and WHITE, vaporose e sensuli, messe a disposizione dal giovanissimo professionista romano IVAN IABONI. Hanno concorso, osservando le stesse regole e con le stesse opportunità, a colpi di stile e buon gusto, per il titolo di MISS VERTICAL prima edizione, la testimonial che rappresenterà la Fondazione nelle varie occasioni istituzionali e che potra’ posare per un book fotografico professionale offerto dalla fotografa MONICA ZORA.
La giuria tecnica composta da giornalisti, professionisti del settore e vip tra i quali l’autore, regista, drammaturgo ENRICO ANTOGNELLI, la giornalista, critico d’arte e ufficio stampa della Vertical CARLA CACE, il presidente della FAIP (Federazione Associazioni Italiane Para-Tetraplegici) VINCENZO FALABELLA, l’Assessore alle politiche sociali del IV Municipio di
Roma FRANCESCO FILINI, la giornalista brasiliana corrispondente di “The voice of America” LUCIENNE ASSIS, il discendente della prima dinastia regale marocchina, principe ABDALLAH IDRISSI AZZOUZI, un protagonista del
Grande Fratello 11, simpatico e disponibile RAOUL TULLI, l’artista sosia di
Renato Zero MICHAEL POLI, il collaboratore e progettista Regione Lazio ANDREA TASCIOTTI, ha decretato la vittoria di FRANCESCA LAZZARO. Ventunenne, vicentina ha accolto con visibile stupore e gioia il verdetto, assalita dai flash dei fotografi, indossando la fascia MISS, accerchiata dal resto delle partecipanti e dall’intero staff di collaboratori che hanno condiviso l’emozione!
Il pubblico si è lasciato anche travolgere dall’uragano di energia degli APHEX, 12 ballerini coreografati da Marcello De Francesco, da un sensuale TANGO di MARILU’ FELICI e trasportare dalle dolci note del cantante Francesco Bolognesi che ha interpretato “SE IO FOSSI”, quasi fosse stata scritta apposta per la serata. Il momento Vertical ha visto la consegna di un assegno di 7000,00 euro a sostegno di studi sulla rigenerazione midollare coon cellule staminali del liquido amniotico, presente il ricercatore Daniele Bottai dell’Università di
Milano. Stupefatto e religioso silenzio ha seguito l’interpretazione canora di Ketty Giansiracusa, modella in carrozzina dalla voce incantevole. Uno strano, inusuale processo alchemico, che usa elementi opposti e diversi, ha reso quel luogo, un territorio onirico, libero, lontano dai pregiudizi e dalle censure. Non è stata una competizione, ma la magia di una fiaba raccontata,una fiaba ascoltata, chi ha narrato e chi ha accolto si è potenziato a vicenda, incontrandosi in una fusione senza forma, in una esperienza comune… in un ricordo che sarà per la vita.
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