Indeterminazione
Tale osservazione deriva in primis dalla struttura dello stesso racconto, che, eludendo i canoni tipici della Nona Arte, si afferma più come un’esperienza visiva che un racconto impregnato dell’elemento erotico, nonostante quest’ultimo ne risulti il tema preponderante.
La seconda motivazione è data dall’accoppiata dei nomi coinvolti. Il binomio di giganti come Moebius e Alejandro Jodorowsky non è ovviamente di facile trattazione e richiede uno sforzo più intenso non soltanto nell’analisi pura del prodotto, quanto più nei messaggi sottesi alla narrazione stessa, dove la lettura degli indizi sparsi tra le righe corrisponde alla ricostruzione di un disegno più vasto dei suoi stessi contorni.
Complice di tale condizione è anche la tendenza dei due autori a occultare le chiavi di lettura delle loro opere.
La sublimazione della carne in un gioco di specchi interiori
Ricercare un percorso di crescita interiore nell’esperienza vissuta da Artigli d’Angelo, la fanciulla protagonista, è un cammino legittimo che ogni lettore può intraprendere. Tuttavia non è detto che tale cammino abbia una fine ben definita o un chiaro messaggio nascosto, né che questo possa essere completamente assimilato. Difatti, l’opera genera sentimenti contrastanti secondo la propria personalità e gusto estetico, con la necessaria accettazione di estremizzazioni, concetti, tabu, depravazioni e agognati desideri che la lettura offre ai suoi fruitori.
Soggetto e sceneggiatura prendono così ispirazione e forma in maniera simbiotica dal romanzo erotico Histoire d’O (1954) dell’autrice francese Anne Desclos, appartenente alla corrente S&M, dove la protagonista femminile si lascia trascinare dal sentimento nei confronti del proprio amato, fino ad annullare il proprio ego e la propria libertà per diventare un’autentica schiava sessuale, e raggiungere così la condizione di puro oggetto erotico, a uso e consumo delle fantasie anche di persone esterne alla coppia. Da tali basi, la rielaborazione testuale di Jodorowsky si pone sulla falsa riga del romanzo di formazione e presenta una rilettura didascalica della controparte grafica.
Risulta interessante anche il secondo piano narrativo che scorre parallelo a quello fin’ora descritto, per fondersi all’insieme soltanto verso il finale. Tale frangente ha una costruzione più classica, – con delle vignette singole per pagina – ed è accostabile al reale subconscio di Artigli d’Angelo, dove le esperienze esterne, descritte nel primo livello, sono reinterpretate dalla psiche mediante forme falliche autonome e senzienti, in un gioco di specchi che inducono alla perdita delle proprie inibizioni.
Non ditelo a Cronenberg
Un’analogia perfettamente calzante del lavoro congiunto di Moebius e Jodorowsky, si trova nel film A Dangerous Method, dove il regista canadese David Cronenberg si destreggia abilmente nel mondo della psicoanalisi, utilizzando un trittico di luminari realmente esistiti come Carl Gustav Jung, Sigmund Freud e Sabina Spielrein, per intrecciare tra di loro una serie di relazioni amorose e lavorative. Un semplice pretesto per trattare alcuni temi particolarmente cari al cineasta, come lo strano binomio tra ego e sessualità. Nello specifico, si ritrova una perfetta ambivalenza tra l’opera fumettistica e quella cinematografica, quando la stessa Spielrein espone a Jung la sua teoria, secondo la quale la vera sessualità, quella assoluta, pretende la distruzione dell’ego, parificando così l’istinto sessuale con quello dell’autodistruzione.
Un piano astrale a sé stante
Il cartoonist statunitense Al Capp ha affermato che il fumetto è forse l’ultimo rifugio dell’arte classica, e tale dichiarazione ben si adatta a Moebius Proibito, visto che sfogliarne le pagine equivale a muoversi all’interno di una galleria d’arte, sospesa su un piano onirico e sorretto a sua volta da leggi fisiche incomprensibili, in bilico tra un’anima orientata all’espressione pittorica dell’artista – distinta da un segno semplice, ma preciso, conciso e all’occorrenza caricaturale – e la descrizione introspettiva, pungente e talvolta molesta della scrittura. Due visioni che si completano a vicenda per raggiungere un’unica forma espressiva, dove il segno mostra le mille forme del testo e il tratto assume la poetica delle parole. In questo modo, la pornografia, la sessualità, il gusto del proibito e il sogno diventano semplici vettori per l’accettazione della natura umana e di tutti i suoi peccati.
Dall’analisi appena esposta, è chiaro come il volume sia una specie di concept alternativo della narrativa per immagini, realizzato da due capisaldi del fumetto internazionale che realizzano un prodotto alienante. E chiunque deciderà di incamminarsi tra le pagine di questo racconto varcherà i confini di una dimensione distorta dalle stesse forze che l’hanno generata, ritrovandosi spaesato e senza alcun punto di riferimento.
Abbiamo parlato di:
Moebius Proibito
Alejandro Jodorowsky, Moebius
Nicola Pesce Editore, Settembre 2013
80 pagine, cartonato, bianco e nero – 15,00€
ISBN: 9788897141228