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Moldavia alle urne, rischio Ucraina-bis?

Creato il 30 novembre 2014 da Fenrir

mappa separatismi moldavia Oggi la Moldavia va alle urne e per la prima volta un paese si trova storicamente a decidere tra Unione Europea e Russia. Il governo in carica, formato da un’alleanza di partiti filo-europei, ha già intrapreso un percorso di Associazione con l’Unione, quindi un’eventuale vittoria dei partiti filo-russi capovolgerebbe lo status quo. La Moldavia si presenta come un paese in crescita ma recentemente rallentato dalle pesanti sanzioni russe nei confronti dei suoi prodotti, sanzioni che sono costate care dato che gran parte dei prodotti moldavi finivano nel mercato russo (vedi vino, dolci, frutta, noci, ecc). Il paese, inoltre, ha al suo interno già l’esistenza di una situazione simile a quella dell’Ucraina dell’est, però attualmente congelata e pacifica: la Transnistria, striscia di terra  abitata prevalentemente da russi etnici, ucraini e russofoni, autoproclamatasi indipendente ma appoggiata solo da Mosca che avrebbe tuttora al suo interno delle proprie truppe. Ma anche nella stessa Moldavia, ci sono grandi diversità etnico-linguistiche e come abbiamo visto nel nostro articolo, I prossimi obiettivi di Vladimir il Conquistatore , esistono delle cittadine prevalentemente russofone o russe etniche, che sicuramente non hanno alcun piacere nel vedersi allontanare da Mosca, come Basarabeasca, Egorovca, Dobrogea, Edinet, Pocrovca, Cunicea, Troitcoe, Semionovca. A tutto ciò, si aggiunge il territorio autonomo della Gagauzia, abitato da turchi etnici ma di religione ortodossa, con forti legami sia con la Turchia ma anche con Mosca, che non guardano di buon occhio all’avvicinamento a Bruxelles, ma soprattutto all’avvicinamento della Romania.

Fatta questa premessa, vediamo adesso il quadro politico. Il parlamento moldavo è composto da 101 seggi, eletti in maniera proporzionale, con soglia di sbarramento del 6%. Per formare il governo si ha bisogno del 51 seggi, mentre per eleggere il presidente 61. Come si può immaginare un sistema del genere spinge verso la creazione di alleanze e verso il compromesso ma rischia anche di bloccarsi. Come abbiamo detto prima la Moldavia si divide in uno schieramento filo-europeo composto dal Partito Liberal-democratico, dal Partito Liberale e dal Partito Democratico e da uno schieramento filo-russo composto dal Partito Comunista, dal Partito Socialista e dal Partito Patria del miliardario e filantropo Igor Dodon, quest’ultimo fortemente filorusso e favorevole all’entrata nell’Unione Doganale Euroasiatica ma recentemente squalificato da questa tornata elettorale proprio per presunti finanziamenti illeciti da parte di Mosca. Vediamo in sintesi cosa dicono i sondaggi:

Partito Liberaldemocratico: 14-18%, 15-21 seggi
Partito Democratico: 10-13%, 11-15 seggi
Partito Liberale: 6-8%; 7-10 seggi
Blocco Filo-Europeo: 30-39%; 33-46 seggi

Partito Comunista: 17-25%; 18-28 seggi
Partito Socialista: 6-13%; 7-15 seggi
Partito Patria (escluso): 8-9%, 9-11 seggi
Blocco Filo-Russo: 31-47%; 34-54 seggi; senza partito Patria: 25-43 seggi

Come vedete la situazione è di difficile previsione, perché la forbice nei sondaggi è molto ampia ed è probabile che nessuno riesca ad ottenere la maggioranza, tanto meno quella più ampia per eleggere il presidente. Sarà anche da vedere se i voti del Partito Patria, che ricordiamo esser stato squalificato, finiranno al Partito Socialista (quello su posizioni più filorusse) oppure si disperderanno negli altri partiti minori. Ora vediamo i possibili scenari, ovviamente da un punto di vista occidentale che non può tastare sul posto la situazione:

1) Vittoria di misura del blocco filo-europeo: la coalizione filo-europea ottiene la maggioranza relativa ma non la maggioranza per formare il governo e iniziano lunghe trattative e si potrebbe ricreare una situazione di non-governo come quella successa in Belgio o in Italia dopo le ultime elezioni. Instabilità istituzionale a nostro avviso molto pericolosa.
2) Vittoria di misura del blocco filo-europeo alleanza con il Partito Comunista: il Partito Comunista Moldavo non ha posizioni nettamente antieuropee o filorusse si mantiene un po’ equidistante. Il miliardario filorusso squalificato, Igor Dodon, ha accusato i comunisti di volersi alleare con il blocco occidentale e addirittura di mettere fuorilegge i socialisti e quindi far anche arrestare Igor Dodon stesso.
3) Vittoria di misura del blocco filo-russo: potrebbe avvenire una situazione simile alla precedente e probabilmente per evitare un capovolgimento del percorso integrativo nell’Unione, verrebbero indette nuove elezioni squalificando il Partito Socialista o alzando lo sbarramento.
4) Vittoria di misura del blocco filo-russo alleanza con Partito Democratico: della coalizione filo-europea il Partito Democratico è quello più vicino alle posizioni ideologiche di sinistra e in passato fu già alleato con il Partito Comunista. La creazione di un governo filorusso, il tradimento dei democratici e l’interruzione dell’integrazione europea potrebbero scatenare, sobillate da Nato e Romania, delle rivolte simili a quelle successe in Ucraina.
5) Larga vittoria di uno dei due blocchi: se uno dei due blocchi dovesse vincere, essendo il paese così spaccato a metà, sia la parte filo-russa sia quella filo-europea potrebbero ribellarsi.
6) Rivolta aperta dei filorussi: nei primi tre casi, se i filo-russi di Dodon e dei socialisti si sentissero praticamente quasi eliminati, potrebbero appellarsi al fatto che la squalifica del Partito Patria fosse stata ingiusta ed ai sicuri brogli che ci saranno e quindi scatenare, nelle aeree più filorusse una rivolta aperta magari appoggiati dalla Transnistria che potrebbe addirittura intervenire militarmente. Non escludiamo, inoltre, un’insurrezione della Gagauzia che potrebbe schierarsi apertamente con Mosca o con Ankara, che ricordiamo ultimamente avere un comportamento non proprio in armonia con la NATO.

Qualsiasi scenario dovesse accadere, la Moldavia rappresenta il perfetto territorio della tragica partita a scacchi tra Mosca e Bruxelles: la povertà, la diversità etnico-linguistica, la presenza di regioni separatiste, la popolazione spaccata a metà rendono la situazione difficile e complessa. Sicuramente Mosca, in caso di vittoria filo-europea, continuerà ed intensificherà il suo embargo alla Moldavia e probabilmente diventerà più aggressiva in Ucraina, con l’obiettivo di annettere le repubbliche separatiste e magari riuscire anche a conquistare Odessa, così da collegarsi anche alla Transnistria.
Se effettivamente dovesse esserci un’aggressività militare verso la Moldavia, non escludiamo che il governo moldavo non indichi velocemente un referendum per farsi annettere alla Romania, che da tempo ha questo obiettivo, così da entrare automaticamente nella NATO. Tale scenario non sarebbe comunque pacifico, dato che ad esempio la Gagauzia, ma anche le cittadine russe sopra indicate, non lo accetterebbero mai.
Concludendo, questo è il quadro della situazione, come Ucraina, Siria, Iraq ed Libia, anche la Moldavia ha quelle differenze etniche e culturali che sono protagoniste in questa Terza Guerra Mondiale, che noi abbiamo anche chiamato Guerra Civile Globale. Se questo articolo ti è piaciuto, non perderti Libertà Indefinita, un saggio sulla libertà e sulla legittimità di un sistema, il nostro, sempre più contestato dalla popolazione. In uscita a Gennaio 2015.
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Sono Giuseppe Cirillo alias Fenrir, l’autore di questo blog. Nei nostri articoli ci sforziamo di offrire un’angolazione e una visione diversa rispetto ai media di regime. Per qualsiasi domanda o per un’eventuale collaborazione contattami alla seguente mail: [email protected] 

 

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