Mom Mode on: la grande regola dell’elasticità

Creato il 09 maggio 2014 da Kalaris @EssereFreelance

Se hai scelto di diventare mamma sapevi perfettamente a cosa andavi incontro… o forse no? Me lo avranno detto una marea di volte, ma come sarebbe stato possibile? Io faccio parte di quel gruppetto di donnine che ha cambiato un panno per la prima volta a sua figlia… in ospedale, da sola, chiedendomi da dove dovessi cominciare, faccio parte di quel drappello di donne che con i bambini altrui scambiava sguardi di diffidenza (io non piaccio a te, tu non piaci a me, teniamoci alla larga), e sono membro onorario di quell’associazione di donne che si chiedeva “Ma nello specifico, un neonato durante tutta la giornata… cosa fa?”.

A questo punto capirai bene che per quanto avessi la sensazione piuttosto forte che in casa mia stesse per entrare uno zunami di 7 metri, non avevo ben coscienza di quel che nel concreto questo avrebbe significato. Mobili da ricomprare? Pareti da imbiancare di nuovo? Elettrodomestici da sostituire? Non esattamente. La maternità per me, freelance convinta e innamorata del mio lavoro, ha voluto dire almeno due cose:

  • trasformare il mio studio (era bellissimo) in una cameretta tutto nuvole e uccellini dalla quale sono stata allontanata;
  • fare due chiacchiere con la mia moleskine, promettendole che presto o tardi i bei tempi sarebbero tornati: il primo anno di maternità per me ha significato soprattutto fare amicizia con la parola E L A S T I C I T A ‘.

Se stai pensando di avere un bambino, o se te lo sei ritrovata in casa e non sai bene come, ecco qualche consiglio per te!

Se non oggi… domani

Insomma, se mi conosci sai bene che io non sono esattamente l’esempio dell’elasticità: il mondo è bianco o nero, un piatto è dolce o è salato, un lavoro fissato si fa oggi o mai più. Tutto molto bello, peccato che questo modus operandi non funziona più troppo bene quando hai un bambino. Sicché il genio dell’organizzazione, Claudia Moleskine, l’ho mandata in vacanza e al suo posto è entrata in servizio Claudia presto o tardi ci riusciamo. Questo mi consente di addormentarmi serena la notte (svenire direi pure) senza troppi sensi di colpa.

Piano B

Devi averne sempre uno, che si tratti di una postazione di lavoro sostitutiva o di un momento alternativo durante la giornata per svolgere il lavoro che ti sei prefissata. Il pericolo a non predisporre il piano B è una tremenda depressione: renderti conto che il tuo tempo non è più tuo, è dura!

Scegli lavori con scadenze morbide

L’ho fatto fin da subito: ho chiarito con i clienti più disponibili che il tempo a mia disposizione era piuttosto limitato e dunque le scadenze dovevano essere necessariamente meno fiscali. Nel caso in cui le scadenze siano troppo strette invece preferisco parlare chiaro: o si rinuncia al lavoro o il cliente dimostra un briciolo di elasticità. Consegnare in ritardo rispetto alle aspettative e agli accordi non solo è frustrante, ma pure dannatamente poco professionale.

Potere alle mamme e alle suocere

Io sono dell’idea che i figli se li debbano educare le mamme, specie nel caso la mamma sia una donna che lavora in casa e che dispone pienamente del proprio tempo. Ora che la mia bambina è un po’ più grande però, di tanto in tanto, la spedisco a casa di mia madre o di mia suocera. Lo faccio quando ho accettato un lavoro con scadenza non troppo morbida ma che davvero non potevo perdermi o quando ho una dannata voglia di rilassarmi un po’: farmi una doccia, leggere un libro, andare dall’estetista, dormire…

C’è sempre la notte o l’alba

Da che sono mamma ho scoperto il potenziale dell’alba: svegliarsi alle sei del mattino, dopo le prime giornate di shock totale, è piuttosto gratificante. Alle nove, quando mia figlia normalmente si sveglia, io ho buona parte del lavoro svolto. E allora sì che mi sento una super mamma e super freelance.

Se hai scelto di diventare mamma sapevi perfettamente a cosa andavi incontro… in verità no! Ma anche ora che lo so, che conosco bene gli effetti di questo zunami, che il mio ufficio è un triste tavolino vagante e che il tempo mio, tutto mio, è un ricordo lontano, sceglierei ancora di diventare mamma perché diciamocelo chiaramente, non esisterà mai nessun sito la cui gestione sarà così gratificante (piuttosto ne ho aperto uno nuovo, www.koendi.it) non esisterà mai un libro la cui trama sarà tanto avvincente (piuttosto è uscito il mio nuovo romanzo, L’Amuleto), non esisterà mai niente che ti racconti agli altri bene come ha fatto, fa e farà tua figlia, il mio più bel sito, il mio più bell’articolo, la mia più bella collaborazione, il mio più bel romanzo.

Pubblicato il 9 maggio 2014 by Claudia Zedda in freelance, mamma freelance

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