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Mondiali 2014: alla scoperta dell'outsider belgio. una fuoriserie che viaggia a ritmi da utilitaria

Creato il 23 giugno 2014 da Carloca

MONDIALI 2014: ALLA SCOPERTA DELL'OUTSIDER BELGIO. UNA FUORISERIE CHE VIAGGIA A RITMI DA UTILITARIA                                              Esultanza belga a Brasile 2014
Viaggio alla scoperta del pianeta Belgio. Un focus sui Diavoli Rossi è doveroso, dal momento che alla vigilia della Coppa del Mondo figuravano in vetta alla hit parade delle probabili outsider della rassegna. Sul piano più pratico, quello dei risultati, si può ben dire che i pronostici siano stati rispettati in pieno: sei punti e qualificazione al secondo turno già conquistata dopo appena due gare. In sede di presentazione della kermesse brasiliana, avevo scritto che attorno ai belgi si respirava la stessa aria di trepida attesa che circondò altre mine vaganti "in pectore" del passato, in special modo l'Olanda '74, la Danimarca '86 e la Colombia '94. Ebbene, scongiurato il rischio del flop immediato, ciò che accadde ai sudamericani nel Mondiale americano di vent'anni fa, è palese come le vette di gioco toccate dai tulipani settantiani di Cruyff e dalla mitica Danish Dynamite siano rimaste a distanza siderale. NOIA - Qualcuno la riterrà un'esagerazione, ma nelle due sfide con Algeria e Russia il Belgio mi è parso il team più noioso del torneo, quello dal gioco più deludente, in rapporto alle aspettative e alle potenzialità. Il Belgio è una truppa di "emigranti di lusso" formata da quotatissimi campioni, militanti in gran parte in top club europei; la formazione con cui ha iniziato la gara coi russi aveva un'età media di poco inferiore ai 26 anni, innalzata però da un drappello di esperti difensori, Vermaelen, Kompany e soprattutto l'anziano Van Buyten, 36enne. Dalla cintola in su sono tutti giovani o giovanissimi, e quindi potenzialmente in grado di occupare i vertici del football internazionale fino ai prossimi Mondiali e anche oltre. Ma sul piano delle espressioni tecniche in campo, questa potenza di fuoco è rimasta finora accuratamente nascosta. POCHI MINUTI AD ALTEZZA MUNDIAL - Tanti sbadigli, si diceva. Per lunghi tratti i ragazzi di Marc Wilmots hanno balbettato una manovra monocorde, ripetitiva nelle sue linee essenziali, senza guizzi di imprevedibilità. Un gioco fra i più inconcludenti del torneo, tanto che nel match d'esordio l'Algeria si era trovata in vantaggio senza scandalo e ieri pomeriggio, fino all'acuto finale del subentrato Origi, in fatto di episodi erano gli uomini di Capello a poter recriminare (un rigore netto negato, un'occasionissima di testa sciaguratamente mancata da Kokorin). Il punto è proprio questo: al Belgio, in due gare, è bastato accendere la luce per brevissimo tempo, diciamo metà ripresa con gli africani e una decina di minuti coi russi, per far pendere la bilancia dalla propria parte. E' un fattore che si presta a più di una interpretazione: potrebbe voler dire che i Diavoli Rossi hanno iniziato questo Mundial col freno a mano tirato, consci della relativa difficoltà del girone, per carburare e deflagrare quando verranno i giorni delle sfide dentro o fuori, e che comunque dispongono di un tale serbatoio di classe da poter superare i primi scogli grazie a pochi e decisi scossoni alle partite, limitandosi per il resto a un piccolo cabotaggio nemico dello spettacolo. Ma non si può escludere che questo "andamento lento" nasconda un segnale d'allarme: una squadra bloccata, incapace di tirare fuori le sue enormi qualità.INCIAMPI TATTICI? - Per quanto il palcoscenico iridato sia una brutta bestia anche per scafatissimi campioni, difficile pensare a difficoltà d'impatto, per giocatori che sono abituali frequentatori dei tornei nazionali più reputati e delle Coppe Europee. Fra le cause di questa partenza "in minore" potrebbe esservi una troppo complessa sovrastruttura tattica che soffoca l'estro di campioni di assoluto valore; un assetto più sbilanciato verso la prudenza che verso la voglia di osare, e con autostrade offensive non numerosissime. Il Belgio, davanti a Courtois, ha una difesa ottimamente chiusa al centro da Kompany e dall'essenzialità di Van Buyten, e tuttavia non impermeabile: la deludente Russia di Capello, compagine dal gioco senza slanci, lenta di pensiero e di esecuzione, neppure troppo dotata in fatto di talento, ha minacciato più volte la rete del guardiano dell'Atletico Madrid. Qualcosa non funziona nella cerniera di centrocampo, soprattutto in un Witsel che finora si è limitato al compitino. Meglio di lui De Bruyne, soprattutto come incursore in percussione, uno dei principali chiavistelli per scardinare i dispositivi di copertura avversari; Fellaini svaria sulla trequarti e si accentra, ma è troppo discontinuo: il suo ingresso ha "spaccato" il match con l'Algeria, ieri invece è parso spesso avulso dalla manovra. LUKAKU GIU', MERTENS SU - La selezione di Wilmots paga, forse, anche l'infelice momento dell'unica punta, un Lukaku del tutto evanescente e che ieri ha vissuto il peggior contrappasso: sostituito da Origi, quest'ultimo ha subito trovato il gol a lungo inseguito dal più referenziato compagno. Ma senza un centravanti efficace per novanta minuti, tutto il complesso rischia di girare a vuoto, non avendo in area un credibile punto di riferimento. Dei due stantuffi laterali, il napoletano Mertens è sembrato finora il più convincente, e nel primo tempo del Maracanà è stato l'unico, con le sue incursioni, a mettere qualche brivido ad Akinfeev. Mertens, fra l'altro, ha segnato il gol vittoria contro gli algerini in contropiede, non proprio il massimo, per una Nazionale da cui si attendeva una diversa capacità di imporre gioco e di regalare qualche buona luminaria spettacolare: il freno tattico di cui si diceva poc'anzi. Tra parentesi, gli acuti del "partenopeo" sono una risposta a chi sostiene che nel campionato italiano militino, ormai, solo stranieri di seconda schiera: fra lui, Cuadrado, Gervinho, Higuain, Vidal e altre "starlette", ci sono ancora dei buoni... prodotti di fuorivia. HAZARD: TROPPO POCO... - L'altro "martello" offensivo, Hazard, è stato una delle delusioni di Brasile 2014 fino agli ultimi dieci minuti contro la Russia: poi ha acceso la luce e con un paio di accelerazioni in elegante palleggio ha fatto a fettine la difesa di Capello, scodellando infine per Origi, da sinistra, il classico pallone che chiede solo di essere spinto in rete. Ma siamo al punto di partenza: un Hazard che recita da par suo per un minutaggio così limitato, costringendo dall'altro lato il collega di ruolo Mertens a un lavoro sfiancante, un Lukaku che non becca palla, un Fellaini a corrente alternata e un Witsel "minimalista" sono stati più che sufficienti per risolvere un girone morbido, ma se non aumentano i giri non possono portare lontano la loro rappresentativa. 

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