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Mondiali ciclismo su pista: l’Australia è l’unica potenza?

Creato il 29 marzo 2011 da Sport24h

I mondiali di ciclismo su pista si sono conclusi da qualche giorno ed è tempo di stilare un bilancio dell’avvenimento.
Per quanto riguarda la posizione ufficiale della Federazione Ciclistica vi rimando al comunicato stampa che potete leggere di seguito e che sicuramente, in varie forme, avrete trovato anche in altri articoli.
La mia attenzione va al medagliere finale della competizione, o per essere più esatti, ai medaglieri. L’analisi di questi permette di capire quali sono i nuovi equilibri di forza in una disciplina che, è bene ricordarlo, assegna un consistente numero di medaglie olimpiche.
MEDAGLIERE UOMINI
PAESE   O   A   B
Australia     5   1   1
Francia     2   -   3
Germania   1   1   -
Colombia   1   –       -
Honk Kong   1   -   -
Gran Bretagna   -   2   3
Nuova Zelanda   -   2   -
Olanda   -   1   2
Italia   -   1   -
Rep Ceka   -   1   -
Russia   -   1   -
Belgio             -   -   1
Tot   10   10   10

DONNE
Australia   3   1   -
Bielorussia   2   1   -
Usa   1   2   -
Gran Bretagna   1   1   2
Olanda   1   -   1
Canada   1   -   -
Francia   -   1   1
Lituania           -   1   1
Nuova Zelanda   -   1   1
Rep Ceka   -   1   -
Italia   -   -   1
Germania   -   -   1
Cina   -   -   1
Tot   9   9   9

Medagliere complessivo

Australia   8   2   1
Francia   2   1   4
Bielorussia   2   1   -
Gran Bretagna   1   3   5
Usa   1   2   -
Olanda   1   1   3
Germania   1   1   1
Colombia   1   –        -
Honk Kong   1   –        -
Canada   1   -     -
Nuova Zelanda   -    3   1
Rep Ceka   –    2
Lituania   –    1   1
Italia   –   1   1
Russia   –    –    1
Belgio   –    –    1
Cina   –   –    1
TOT   19   19   19

Dall’analisi comparata dei medaglieri maschili e femminili il primo dato evidente riguarda il dominio dell’Australia. Ben cinque successi tra gli uomi e tre tra le donne. Su 19 titoli complessivi in palio, gli aussie si portano a casa otto maglie iridate (circa il 40%) e su 57 medaglie ne vincono 11. Messa così questi mondiali alla fine ci consegnano una sola potenza mondiale, l’Australia appunto, che lascia agli altri soltanto le briciole. Abbiamo troppa esperienza in questo settore per credere che siamo al cospetto di un dominio effettivo. Gli australiani sono forti, tanto forti, ma non così forti come il mondiale in Olanda lascia credere. Perché? Perché i mondiali preolimpici sono sempre bugiardi. Molte potenze preferiscono nascondersi; fare lo stretto necessario per essere presente in gran numero alla rassegna olimpica, senza per questo partire da favoriti. E’ accaduto nelle edizioni passate e siamo certi si ripeterà quest’anno. Tra l’altro l’Australia non è nuova a questi exploit preolimpici. Inoltre solo con questo gioco degli specchi si spiega la parziale delusione della Gran Bretagna, otto medaglie in tutto e un solo titolo mondiale. Gli albionici da diversi anni sono protagonisti del tondino. Hanno rubato alla Francia la leadership nel settore della velocità e il prossimo anno ospitano le Olimpiadi. E’ lecito credere che quanto visto quest’anno in Olanda non sia specchio fedele dei valori in campo. Dal mio punto di vista Australiani escono sovrastimati dai mondiali in Olanda, mentre i britannici sottostimati. Così come la Germania, nazione in grado di conquistare sempre qualche titolo olimpico e che in Olanda ha portato a casa soltanto tre medaglie. C’è da credere che il prossimo anno a Londra sarà tutto un altro discorso.
Si rivide competitivo il settore della velocità francese, dopo qualche anno di appannamento. Nel medagliere complessivo terminano al secondo posto a grandissima distanza dall’Australia. Merito soprattutto del settore maschile, mentre tra le donne portano a casa solo una medaglia. L’altro elemento evidente, ad eccezion fatta degli Australiani, riguarda la presenza di diversi paesi ai vertici dei medaglieri maschile e femminile. Infatti se restringiamo il campo di analisi alle sole medaglie d’oro, soltanto l’Australia vince negli uomini e nelle donne. Nessun altro paese è in grado di farlo. Onore alla Bielorussia, vincitrice di due titoli mondiali (entrambi nel primo giorno di gara) e di una medaglia di argento, sempre grazie al settore femminile, rappresentando per questo l’alter ego della Francia.
Un’ultima annotazione riguarda il numero dei paesi in grado di scrivere il proprio nome nel medagliere: 17, 12 tra gli uomini e 13 tra le donne, nonostante quest’ultimo prevedesse un titolo in meno. Questo a dimostrazione che il movimento femminile ha ormai la stessa diffusione (anche se con numeri più bassi) del maschile, anche nella pista. A proposito, che fine ha fatto la Cina, dominatrice a ridosso delle Olimpiadi di Pechino, soprattutto tra le donne? Era solo un fuoco di paglia?
AU

COMUNICATO STAMPA – Ultima giornata di gare che ha chiuso la rassegna iridata olandese. Il bottino dell’Italia vede la conquista dell’argento da parte del veronese Elia Viviani nello scratch: un podio storico per l’Italia che da dodici anni non vinceva medaglie al mondiale assoluto maschile (1999 Mauro Trentin, bronzo nell’inseguimento); ed il fantastico bronzo di Giorgia Bronzini nella corsa a punti, già iridata su strada che, pur senza centrare a pieno l’obiettivo come nel 2009 e dopo il sesto posto dello scorso anno, ritorna sul podio a riconferma del suo talento nella specialità, stando sempre ai vertici. Onorevole poi, il suo settimo posto nello scratch dominato dalla favorita, l’olandese Marianne Vos.
E quando si parla di talento è proprio il caso del giovane Elia Viviani che, oltre all’argento nello scratch, ha lottato con determinazione fino all’ultimo per i vertici della classifica dell’omnium, disciplina olimpica  caratterizzata da sei specialità. Il suo settimo posto lo porta nei top ten mondiale e, soprattutto, gli permette di accumulare punteggi importanti in chiave olimpica.

Merita, inoltre, un accento particolare la buona prestazione di oggi nel madison per il giovane Viviani in coppia con Davide Colomai, entrambi ventiduenni e, per Comolai, una prima esperienza internazionale. I due azzurri dimostrano di essere sempre nel vivo della corsa in modo attivo e senza subirla. Sprintano e attaccano, in particolare Cimolai vince il settimo sprint battendo l’Olanda, a dimostrazione della perfetta armonia tra i due azzurri in gara: un gran lavoro che li vede accumulare 13 punti nel finale raggiungendo la sesta posizione.
Vittoria all’Australia che guadagna un giro prima dell’ottavo sprint, vincendo anche la volata, assicurandosi così l’iride e riconfermando la supremazia dello scorso anno. I canguri, infatti, balzano in avanti  e sorpassano in classifica la Repubblica Ceca, argento nel finale,  che aveva da poco guadagnato un giro di vantaggio sulle altre nazioni.  E’ duello è aperto nell’ultimo sprint tra l’Olanda e la Spagna per la conquista del bronzo e, nonostante il podio sia difficile da raggiungere, gli azzurri del madison non si arrendono e battagliano anche nella volata finale dove Cimolai incontra il fenomeno olandese Theo Bos che vince per distacco regalando così il bronzo alla sua nazione, mentre Cimolai, con il secondo posto guadagna due punti e conferma il sesto posto in classifica.
“E’ mancato uno sprint nella penultima volata che avrebbe potuto permetterci di avvicinarci alla zona del podio ma il comportamento in gara degli azzurri è stato buono e li ha sempre visti nel vivo della corsa” -evidenzia il CT Collinelli.

Da mettere in evidenza in questa rassegna iridata, nelle discipline di endurance, il giovane debuttante al confronto internazionale, classe 1989, Omar Bertazzo, che si è a misurato nella gara tattica della corsa a punti, dimostrando di avere le giuste doti, sprintando ed entrando nelle azioni di fuga e guadagnandosi un onorevole tredicesimo posto che, in prospettiva futura, è di buon auspicio.
Giairo Ermeti, nell’ inseguimento individuale, in assenza del miglior inseguitore Marco Coledan (quattordicesimo in 4’26”267 ai mondiali del 2010), difende la posizione nella specialità chiudendo sedicesimo (4’36”517).
E’ rammarico invece per le azzurre guidate dal CT Salvoldi, Monia Baccaille, Annalisa Cucinotta e Tatiana Guderzo per una prestazione, nell’inseguimento a squadre donne, al di sotto delle loro capacità (quindicesime in 3’40”434). La Nazionale accusa infatti la poca condizione dimostrata in gara da una delle atlete.

Nel settore della velocità, le prestazioni degli azzurri Francesco Ceci e Omar Bertazzo nello sprint, nonostante non abbiano permesso  l’accesso ai sedicesimi, sono state significative per l’acquisizione di punti nel ranking mondiale, auspicando, nel frattempo una crescita del settore velocità. La Nazionale, consapevole di non essere competitiva, è in fase di assestamento anche per le altre discipline veloci quali il keirin e il chilometro da fermo disputato oggi da Francesco Ceci (1’05”193, diciannovesimo) dove l’oro è andato al tedesco Stefan Nimke che ha strappato il titolo al padrone di casa Teun Mulder, argento finale.

L’Italia chiude tredicesima nel medagliere dominato dall’Australia, davanti alla Francia e Bielorussia.


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