Più di ogni altro evento, i Mondiali di Calcio sono senza dubbio
quelli che ci fanno avvertire lo scorrere del tempo. Sì, perché quando si pensa
a quello passato, non ci si riferisce all’anno precedente, ma a quattro, e in
quasi un lustro ne succedono di cose: cambiamo cellulare, partner, forse anche
casa o lavoro, cambia radicalmente la nostra vita, e se proviamo a rivederci in
quelle foto d’estate in cui da balconi e terrazzi con TV accese, birre e vuvuzela
tifavamo per l’Italia in Africa, ci scopriamo persone completamente diverse,
non solo nella moda, nel taglio di capelli o colore, o per aver messo o perso
qualche chilo. Ma nell’anima. Cambia lo spirito con cui ci sediamo davanti al
televisore per vedere la nostra nazionale contendersi il titolo. Io ho provato
comunque a calarmi nello spirito sportivo, facendomi uno scatto brasiliano,
quasi come una Alessandra Ambrosio che senza dubbio fa più bella figura di me
avvolta nella bandiera verde, gialla e blu.
Quest’anno è toccato al Brasile ospitare la Fifa World Cup, e se nel 2010 era
toccato a Shakira e al suo waka waka
dare inizio ai giochi (che quest’anno comunque ha pubblicato la furbata Dare La La), ieri ad inaugurare la
cerimonia di apertura ci ha pensato Pitbull
in coppia con la collega (ormai storica) Jennifer
Lopez e la cantante brasiliana Claudia
Leitte, cantanto We are one (Ole
ola), un brano meno d’impatto rispetto a quello della cantante colombiana
di quattro anni fa, o forse è il nostro animo che in quattro anni è cambiato, e
recepisce un brano fresco, allegro, che dà energia, con minor ottimismo di
quanto prima facessimo. Forse colpa delle critiche, che non sono mancate, tra
cui quella di affidare alla cantante brasiliana pochi versi in portoghese sul
finale del brano, che abbia poco di “brasiliano” e che non c’entri nulla con il
calcio. Lo show, in diretta in mondovisione, è stato senza dubbio mastodontico,
vedendo una Jennifer Lopez in splendida forma, anche se visibilmente tesa, che
non ha saputo rendere dal vivo la verve che invece mette nei suoi videoclip.
Ma le critiche di questo mondiale 2014 non si sono fermate al solo inno
scelto dalla Fifa. In molti infatti
lamentano i miliardi sprecati nell’investimento della preparazione di questo
grande evento, a svantaggio dei tanti brasiliani che muoiono di fame e vivono
in condizioni di povertà assoluta nelle ormai famigerate favelas. Probabilmente
è anche il triste rovescio della medaglia che non ci consente di goderci
appieno questo mondiale, e non soltanto il fatto che in quattro anni ci ha
trovati tutti un po’ impoveriti e provati da un’economia che stenta a decollare
e da una politica che sembra continuare ad annaspare facendo poco o nulla.
La prima partita è stata giocata
profeticamente proprio dal Brasile, che ha battuto alla fine per 3 a 1 la
Croazia, segnando la prima vittoria, e il mio augurio più grande è che questo
paese straordinario, coloratissimo e povero, gioioso e triste possa vincere la
coppa per una vita migliore.
Magazine Gossip
Mondiali di Calcio 2014: il tempo segnato dal calcio in un paese diviso a metà
Creato il 13 giugno 2014 da Marianocervone @marianocervone
Più di ogni altro evento, i Mondiali di Calcio sono senza dubbio
quelli che ci fanno avvertire lo scorrere del tempo. Sì, perché quando si pensa
a quello passato, non ci si riferisce all’anno precedente, ma a quattro, e in
quasi un lustro ne succedono di cose: cambiamo cellulare, partner, forse anche
casa o lavoro, cambia radicalmente la nostra vita, e se proviamo a rivederci in
quelle foto d’estate in cui da balconi e terrazzi con TV accese, birre e vuvuzela
tifavamo per l’Italia in Africa, ci scopriamo persone completamente diverse,
non solo nella moda, nel taglio di capelli o colore, o per aver messo o perso
qualche chilo. Ma nell’anima. Cambia lo spirito con cui ci sediamo davanti al
televisore per vedere la nostra nazionale contendersi il titolo. Io ho provato
comunque a calarmi nello spirito sportivo, facendomi uno scatto brasiliano,
quasi come una Alessandra Ambrosio che senza dubbio fa più bella figura di me
avvolta nella bandiera verde, gialla e blu.
Quest’anno è toccato al Brasile ospitare la Fifa World Cup, e se nel 2010 era
toccato a Shakira e al suo waka waka
dare inizio ai giochi (che quest’anno comunque ha pubblicato la furbata Dare La La), ieri ad inaugurare la
cerimonia di apertura ci ha pensato Pitbull
in coppia con la collega (ormai storica) Jennifer
Lopez e la cantante brasiliana Claudia
Leitte, cantanto We are one (Ole
ola), un brano meno d’impatto rispetto a quello della cantante colombiana
di quattro anni fa, o forse è il nostro animo che in quattro anni è cambiato, e
recepisce un brano fresco, allegro, che dà energia, con minor ottimismo di
quanto prima facessimo. Forse colpa delle critiche, che non sono mancate, tra
cui quella di affidare alla cantante brasiliana pochi versi in portoghese sul
finale del brano, che abbia poco di “brasiliano” e che non c’entri nulla con il
calcio. Lo show, in diretta in mondovisione, è stato senza dubbio mastodontico,
vedendo una Jennifer Lopez in splendida forma, anche se visibilmente tesa, che
non ha saputo rendere dal vivo la verve che invece mette nei suoi videoclip.
Ma le critiche di questo mondiale 2014 non si sono fermate al solo inno
scelto dalla Fifa. In molti infatti
lamentano i miliardi sprecati nell’investimento della preparazione di questo
grande evento, a svantaggio dei tanti brasiliani che muoiono di fame e vivono
in condizioni di povertà assoluta nelle ormai famigerate favelas. Probabilmente
è anche il triste rovescio della medaglia che non ci consente di goderci
appieno questo mondiale, e non soltanto il fatto che in quattro anni ci ha
trovati tutti un po’ impoveriti e provati da un’economia che stenta a decollare
e da una politica che sembra continuare ad annaspare facendo poco o nulla.
La prima partita è stata giocata
profeticamente proprio dal Brasile, che ha battuto alla fine per 3 a 1 la
Croazia, segnando la prima vittoria, e il mio augurio più grande è che questo
paese straordinario, coloratissimo e povero, gioioso e triste possa vincere la
coppa per una vita migliore.
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