Partiamo subito dalla fine. Ai meno 5 chilometri dal traguardo si presentano in 4: l’italiano Nibali, il portoghese Rui Costa e gli spagnoli Valverde e Rodriguez. Sembra fatta per gli spagnoli che sono riusciti a distanziare gli altri favoriti e a isolare Nibali. La punta di diamante della nazionale azzurra in qualunque sprint parte battuto. Lo spunto veloce è forse il suo unico e vero tallone d’achille. Così parte per il primo scatto Purito Rodriguez. Reagisce Nibali che riporta anche gli altri due compagni d’avventura sotto allo spagnolo. Altro scatto di Rodriguez. Questa volta Nibali non reagisce.
Forse il corridore italiano ha finito le energie in quanto è stato lui a portare via il drappello che si giocherà la maglia iridata del 2013. Forse Nibali non è in perfette condizioni, è caduto qualche chilometro prima e ha faticato parecchio per rientrare nelle prime condizioni. Forse Nibali pensa soltanto che tocca a Rui Costa andare a prendere lo spagnolo. Tanto lui comunque parte battuto in volata. E infatti Rui Costa allunga e raggiunge Rodriguez proprio prima di entrare nell’ultimo rettilineo. Valverde e Nibali restano inesorabilmente staccati. Condotta di gara scellerata quella degli spagnoli: ottimo il primo scatto di Rodriguez, è servito a sfiancare ulteriormente Nibali. Ma il secondo scatto, quello in contropiede che spesso diventa decisivo doveva essere fatto da Valverde, sicuramente più veloce di Rodriguez in uno sprint.
Poi quando Rui Costa parte all’inseguimento di Rodriguez non si capisce perchè Valverde non gli va dietro. In questo momento non ha senso marcare Nibali. Rodriguez, appena raggiunto da Rui Costa, quasi si ferma. Guarda il suo avversario dritto negli occhi e capisce di non avere possibilità di vittoria. Forse si domanda dove sia Valverde. Infatti alla fine vince mani al cielo Rui Costa, secondo Rodriguez, all’ennesimo podio in una grande manifestazione, terzo Valverde, che secondo me butta via una maglia iridata praticamente già vinta e quarto Nibali. Ottima la corsa di Nibali e dell’Italia in generale. Sempre protagonista. Peccato per la caduta. Forse senza sarebbe stato un altro arrivo.
Ora andiamo all’inizio. Il mondiale di quest’anno si svolge in Italia, in Toscana per la precisione. 273 chilometri che da Lucca portano il gruppo all’arrivo di Firenze, dopo aver percorso, oltre a un tratto in linea di quasi 110 chilometri, 10 volte un circuito che da Firenze porta a Fiesole (con relativo strappo e discesa molto tecnica). Più che un mondiale in Toscana sembra una classica del Nord, il gruppo è stato accompagnato incessantemente da un forte nubifragio che ha causato tante cadute e ritiri. Alla partenza erano in 208 al traguardo sono arrivati in 61 (per la cronaca l’ultimo ad arrivare con un tempo valido è stato il francese Voeckler con un ritardo di più di 15 minuti).
Parte subito una fuga a cinque che vede protagonisti il ceco Barta, il tunisino Chtiouoi, l’austriaco Brandle, il polacco Huzarski e il venezuelano Godoy. Questo drappello arriva ad avere un vantaggio massimo di circa 8 minuti sul resto del gruppo. Ma non è abbastanza. Appena si entra nel circuito di Fiesole il gruppo inizia a fare sul serio e poco a poco ricuce il distacco. Gran merito va alla nazionale italiana. Gli azzurri puntano molto su Nibali, la nostra punta di diamante. Ma Nibali è praticamente fermo in volata, quindi serve una grande selezione, corsa dura. Appena inizia il circuito gli azzurri si mettono in testa a tirare. Complice il mal tempo, la strada viscida e la forte andatura la selezione arriva quasi subito e il gruppo si assottiglia sempre di più.
Oltre a Nibali le freccie dell’arciere Bettini, il ct dell’Italia, sono Scarponi, Paolini e Visconti. Quest’ultimo tenta un attacco al settimo passaggio e riesce a raggiungere in testa alla corsa Huzarski, l’unico superstite della fuga di giornata. Nel frattempo in un tratto in discesa, cadono gli altri tre capitani italiani. Solo Scarponi e Nibali riescono a rientrare. Nonostante questo Nibali attacca a due giri dalla fine, quando mancano una trentina di chilometri al traguardo. In cima alla collina di Fiesole solo Rodriguez riesce a stare con Nibali, ma i due vengono poi raggiunti da Rui Costa e Valverde.
Il resto è storia. Rui Costa corre nella stessa squadra di Valverde, la Moviestar. Dopo questa splendida stagione, oltre al mondiale ha vinto due tappe al Tour de France e due tappe e la classifica generale al Giro di Svizzera, quasi sicuramente tenterà un’avventura da capitano principale di una squadra e non più da comprimario.