Nel Mondo Fluttuante, gli oggetti risultano deformabili, morbidi, facili da plasmare. Le forme si modificano in altre forme, tornano sui loro passi, poi riprendono il cammino, ma le nuove proporzioni non sono peggio, né rappresentano un’evoluzione rispetto alle vecchie. I capelli di Mangrovia, per esempio, quei lunghi cavi che la tengono ancorata alla realtà, nel loro continuo mutare, non mi rendono né più agevole né più difficile il percorso attraverso di essi.Le prospettive muovono di continuo per dare l’impressione che qualcosa stia cambiando: poco importa se si tratta della superficie increspata dal vento o delle profondità percorse dalle correnti, non ci si bagna due volte nella stessa acqua.
I rapporti fra i diversi elementi rispettano i principi generali, salvo eccezioni, ma persino la fisica è sensibile al cambio delle stagioni. Nella vita ci vuole flessibilità.
Nel Mondo Fluttuante le parole occupano tutto lo spazio e gran parte del tempo. Ovattate, distorte, a volte attutite a volte amplificate, l’acqua trasmette i dialoghi e le voci: facili da riconoscere, difficili da comprendere, impossibili da ricordare: sento le parole tuffarsi, fare qualche bracciata di riscaldamento, prendere un lungo respiro ed affrontare la pericolosa immersione: devono districarsi tra i capelli di Mangrovia, evitare i predatori, vincere l’oscurità e la paura dell’ignoto. Non so perché si prendano la briga di affrontare un tale viaggio, io me ne curo relativamente e quel che sento mi lascia indifferente.
“Che cos’è che vendete qui?”
“Giocattoli, articoli da regalo, gadget, cineserie, giapponeserie, manga, anime, comics… Quello che manca lo facciamo arrivare. Qualunque cosa lei desideri…”
“È da tanto che è aperto questo negozio?”
“Più di un anno.”
“Non l’ho mai notato. Eppure vengo spesso al Centro Commerciale… Prima che mia figlia si sposasse venivo anche più spesso…”
“Che genere di regalo aveva in mente?”
“…adesso invece devo aspettare che mio marito mi accompagni, se va bene una volta al mese… quello ha sempre la testa fra le nuvole…”
“Cerca qualcosa per sua figlia? Ultimamente vanno molto di moda gli accessori per il cellulare: sfondi, suonerie polifoniche, cover glitterate, nastrini, tracolle, calzini, ecc.”
“…e poi in un’ora bisogna fare tutto: la spesa grande e la spesa piccola, dare un’occhiata alle vetrine, comprare un vestitino, all’occorrenza. Poi passare dal reparto giardinaggio e comprare le sementi o i fiori da piantare nell’orto e, come se non bastasse, lavare l’auto all’autolavaggio…”
“O è per suo marito? Ho dei bellissimi portasigarette. Altrimenti se vuole farsi un regalo può pensare ad un servizio di tazzine e teiera giapponesi…”
“No, no, no. S’è fatto tardi, devo andare altrimenti mio marito mi brontola, poi diventa insopportabile tutto il pomeriggio. Magari ripasso un’altra volta…”
“Arrivederci…allora.”
Le parole sono poco nutrienti e di solito preferisco i capelli di Mangrovia, ne rosicchio le punte, hanno un sapore particolare e profumano di pane, non mi posso lamentare. Lei d’altronde assorbe certe sostanze che produco, una volte discioltesi. Abbiamo un ottimo rapporto, indispensabili l’uno all’altra. Peccato non ci sia molto dialogo, certe differenze sono insormontabili. E paradossalmente, essere entrambi silenziosi è l’unica cosa che ci accomuna.
Lei è completamente diversa da me: non si muove e non nuota, per esempio. In compenso, riesce lentamente a cambiare dimensioni, cresce, si allunga e si allarga, facendosi via via più aggrovigliata. Inoltre, se ne sta mezza nell’acqua e mezza fuori. La metà nell’acqua è tutta fili e quella fuori è tutta foglie. E fiori.
Avrei alcune cose da dirle, molte da chiederle, passo il tempo a riflettere ed osservare e mi domando spesso a cosa pensa la mia compagna, tutto il giorno impegnata ad assorbire e respirare e sintetizzare, in un ciclo senza tregua. Sembrerebbe indifferente a quello che la circonda, solo che, alle volte, mi manda chiari messaggi d’amore ed alcune foglie si aprono cambiando colore: dal verde più scuro ad un bianco infinito. Io non sono in grado di ricambiare tali effusioni, come spesso capita a chi è molto amato.
Mondo Fluttuante (Floating World) tells the story of a young girl, Yoko, that works in a gadget shop from the point of view of a red fish that lives in a bowl on the counter. The fish describes its lunatic owner and all the strange customers that enter in the shop. Some of them plays an erotic role game with some puppets. The fish can not understand what the customers are doing, it can only note that everybody in the shop change behavior frequently, in a very liquid way. And also its own feelings toward the young girl change continuously. The only one that remains constantly calm is the mangrove that lives in the bowl with him.