Magazine Diario personale

Mondo reale

Da Mizaar

untitledMi confronto, in questi giorni, con genitori e psicologa per gli incontri che dovrebbero servire a supportare la nostra azione didattica quotidiana e in realtà mettono in evidenza le disfunzioni di un sistema ” sostegno a scuola ” sempre più limitato nei tempi e nella sostanza. A parte la sensazione di estraniamento che provo ogni  volta che sento citare dall’esperta test e prove somministrate in ambulatorio e, più tardi, vagliate da commissioni di medici che tutto conoscono dei ragazzi fuorché la dimensione affettiva e umana e scolastica, mi ritrovo a riflettere su una condizione che ancora una volta considera i ragazzi come elementi seriali. Se propongo alla psicologa una revisione della certificazione di Pierino, la stessa mi oppone una serie di ” serie ” ragioni da ragioniera della psicologia da far accapponare la pelle, con l’aggravante che della commissione per la certificazione di handicap fa parte lei stessa. E se da una parte a volte conviene per un ” aggravamento ” della diagnosi, dall’altra ne supporta il taglio in un rimpallo schizofrenico tra s’è e  se stessa. Così si alimenta un sistema che ignora volutamente le difficoltà oggettive di tanti ragazzi e di tante famiglie che quei ragazzi hanno a cuore più di ogni altra persona. Poco prima di tornare a casa una collega mi ha detto, a mezza voce, di avere portato uno dei suoi bimbi gemelli di quattro anni, ad un controllo medico. Al bimbo è stata fatta una diagnosi di spettro autistico. Questa coraggiosa mamma ha aggiunto: Sono carica e fiduciosa. Non mi andava di buttarle addosso il disincanto di poco prima, ma le ho detto parole di incoraggiamento, quello che ognuna di noi spera di sentirsi dire se il proprio figlio è in difficoltà. Parole che possiamo raccontarci solo tra noi, quando ci tocca. Altrove i figli diventano numeri contabili.

 


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