Al-Thani ha così tenuto fede alla promessa fatta nell'aprile scorso a Roma al premier Mario Monti: «Investiremo ancora in Italia», erano state le sue parole. E questa volta a guidare l'acquisto potrebbe essere stato anche un elemento affettivo: avere il Four Seasons di Firenze sembra fosse il desiderio espresso da una delle mogli dell'emiro, innamorata dell'albergo.via Il Sole 24 OreA volte vorrei essere un supereroe, di quelli invincibili, fortissimi, tipo Hulk. Se lo fossi, mi presenterei volentieri in portineria al Four Season e comincerei a spaccare tutto, perché Hulk spacca. Triterei fine fine tutta la struttura, la sbarberei, ci creerei un piccolo ground zero. Tanto oramai l'emiro i soldi ai Fratini gliel'ha dati; ricostruirà l'albergo, così investe meglio in Italia.
Ma i supereroi non esistono, ed è un peccato, perché bilancerebbero (rischi a parte) il principio di legittimità. Il fatto che l'Emiro sia tale e non costituisca, di per sé, uno scandalo, rappresenta quanto cammino ha ancora da fare l'umanità prima di considerarsi progredita. Dico l'Emiro arabo, ma potrei aggiungere qualsiasi altro monarca o qualsiasi altro magnate. Vale a dire: finché tra gli umani vi sarà questo divario, finché sarà considerata legittima questa disparità tra i pochi che possiedono l'incalcolabile e i tanti che, da quanto poco hanno, non iniziano neanche a contare, allora tutto sarà bloccato fino al prossimo, necessario, cambio di potere. Perché prima o poi, quando il denaro avrà trasformato tutto il mondo in denaro non ci sarà altro da mangiare che i soldi, Four Seasons.