quando ero bambina il mammuth amava cantare guidando.
lo fa anche adesso, ma mi capita meno spesso di essere in macchina con lei.
fra gli evergreen dell’ugola d’oro di casa c’era “addio lugano bella”, che contiene in una delle sue strofe la frase “addio bianche di neve, montagne ticinesi!” e io, che da piccola vivevo su un pianeta tutto mio, capivo sempre “montagne DI CINESI”.
e mi chiedevo cosa ci facessero mai, così tanti cinesi in svizzera.
ero giustificata a ignorare l’esistenza del ticino, andavo alla materna e la geografia non era ancora entrata nella mia vita.
sul diciassette, direzione viale verga, invece, ci sono, le montagne di cinesi.
i cinesi sul diciassette sono tremendi.
devono aver avuto l’imprinting delle città sovraffollate, perchè entrano sull’autobus con la forza penetrante di un missile, stendono tutto quello che trovano sul loro cammino e trovano l’unico posto a sedere esistente che magicamente si è liberano un istante prima, si siedono e restano immobili e impassibili fino al capolinea.
è impressionante vedere con quanta abilità riescano sia a salire sia a sedersi in un bus: passano da sotto i gomiti, sguisciano tra te e la porta, si infilano con mille pacchi, pacchetti e pacchettini in ogni pertugio.
io, dall’alto e dal largo della mia ingombrante presenza li invidio molto, io occupo un sacco di posto e sicuramente non sopravviverei in una metropoli asiatica, con una di me ci se ne fanno tre di ragazze cinesi.
secondo me gli aiutanti di babbo natale sono cinesi.