Riconoscibile come il vero prototipo del cinepanettone puro, il diciassettesimo film dei Vanzina bros risponde infatti alla necessaria prostrazione del cinema ai tempi televisivi: meno critica sociale, meno narrazione ad amalgamare i comici di turno e soprattutto lo scintillante esotismo di una location estera.
“Gruppo di italiani tipo in trasferta al Casinò di Montecarlo: tra slot machines e tavoli verdi si intrecciano le vicende di due fratelli ricconi che sognano di sbancare la casa da gioco, le gesta di un playboy romanaccio, quelle dell’imbroglione improvvisato in cerca di polli da spennare e non ultima la scaltrezza di un baro a tutti gli effetti”
Non manca nel tentato rinnovo del genere – inventato dagli stessi Vanzina con Vancanze di Natale, nel lontano 1983 – l’inserimento di attori internazionali (Leroy) e numerosi caratteristi di rodata bravura (Fassari, Brega, Ozzano ed uno strepitoso Guido Nicheli tra i tanti), che ben assolvono alla funzione di cornice attoriale. Il cast artistico principale presenta da sé un’anomala natura “sperimentale”, fattore onnipresente nella carriera cinematografica del regista romano, che spazia dalle star De Sica e Boldi, lambisce i territori facili della TV commerciale con Greggio e Beruschi fino a coinvolgere, con un inspiegabile corto circuito creativo, il comico/teatrante milanese Paolo Rossi. A condire il tutto, la musica martellante della hit Nothing’s gonna stop me now cantata da Samantha Fox e la notevole fotografia di Luigi Kuveiller (I miei primi 40 anni, Via Montenapoleone). Non memorabile tra i cinepanettoni di sempre, ma dannatamente riuscito nell’alchimia comica che caratterizza i tanti attori, famosi e meno conosciuti, coinvolti nella pellicola.
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