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Monti cede alle multinazionali, con il nuovo accordo sul corridoio verde

Creato il 20 febbraio 2012 da Goodmorningumbria @goodmrnngumbria

È stato siglato il rinnovo accordo con il Marocco, il cosiddetto (corridoio verde), un accordo fatto a suo tempo dall’ex Ministro dell’agricoltura Gianni Alemanno, l’attuale Sindaco di Roma. Questo intreccio tra politica internazionale, banche e multinazionali, prevede l’importazione di prodotti non solo dal Marocco, ma tutto il Nord Africa dove i regolamenti europei nel rispetto dei fitofarmaci sono “un miraggio”. A questo punto sorge spontanea una domanda: come mai noi in Europa ci dobbiamo attenere alle regole quando poi arrivano sui tavoli dei consumatori prodotti trattati con pesticidi a noi vietati? L’accordo del Parlamento europeo in sede ( con 369 si, contro i 225 no, e 31 astenuti), prevede il contrario di quanto noi abbiamo richiesto al Governo e alle nostre Regioni, in materia di corridoi verdi. Tutto ciò va a scapito di una leale concorrenza, a queste condizioni, con queste Leggi non potremmo mai più essere competitivi, ciò si tradurrà nella chiusura definitiva della aziende agricole. Sarà un disegno di qualcuno? Oppure sotto ci sono compromessi economici? Si parla di filiera agroalimentare poi invece si fanno accordi per importazioni selvagge. Questi buon temponi del Governo tecnico hanno ridotto le tariffe doganali per l’importazione del Marocco dal 55% al 33% sui prodotti importati. Niente da dire, sono dei veri geni!! A questo punto, ci farebbe piacere che la Finanza, ossia le Fiamme Gialle, togliessero gli occhi dai scontrini fiscali per puntarli su intrallazzi molto più grandi, dove il tornaconto per i nostri politicanti e assai più grande degli scontrini fiscali?! Vediamo sempre scattare i blitz per i pomodori cinesi venduti in Italia, per le scarpe o altri prodotti che al momento non vengono in mente: dov’è la differenza tra un pomodoro cinese e uno marocchino o tra una scarpa fatta dai cinesi o fatta in Cina? Si perché per chi ancora non lo sapesse le multinazionali si sono spostate nei paesi dove la manodopera non costa nulla, non ci sono le normative europee, però poi i prodotti li vendono in Europa, quindi anche in Italia È proprio vero: si vede la pagliuzza nell’occhio del vicino, ma non si vede la trave davanti al proprio! Basta ormai la cosa è chiara, quando si vanno ad intaccare le multinazionali allora scattano i blitz della Guardia i Finanza verso i poveri cinesi? Si spera che la Procura della Repubblica, almeno una volta si attivi per la tutela degli agricoltori e dei consumatori e non solo per i Ruby o per Schettino, continuando di questo passo l’Italia affonda da sola non servono manovre azzardate.

Dino Rossi - Movimento dei Forconi



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