Della serie: “facciamo della facile demagogia…”
A gennaio 2012, un comunicato del Consiglio dei ministri, tracciava, nel “medio-lungo periodo” (cioè?), scenari da crescita cinese – a dire il vero in maniera un po’ vaga, chiamando in causa non meglio specificate analisi Ocse – a patto che fossero applicate una serie di misure di liberalizzazione, inserite poi nel cosiddetto decreto “Cresci Italia”.
Il primo, e più importante, pilastro è quello che dà il nome al decreto: la crescita. I provvedimenti che compongono Cresci Italia consentiranno, nel breve periodo, di traghettare l’economia nazionale fuori dalla spirale recessiva e possibilmente, nel medio/lungo periodo, di allinearla ai ritmi di crescita dei partners europei e internazionali.
Analisi condotte dall’OCSE evidenziano infatti come l’adozione di misure di liberalizzazione che conducano a livelli di regolamentazione del settore dei servizi simili a quelli dei Paesi con i migliori standard produrrebbero una crescita significativa della produttività totale dei fattori nei settori che impiegano tali servizi, quantificabile in oltre 10 punti percentuali. Altri studi sulla materia indicano che una riduzione delle rendite nel settore dei servizi al livello medio degli altri Paesi dell’euro si assocerebbe, nel medio periodo, a un aumento del prodotto dell’11%; il consumo privato e l’occupazione crescerebbero fino all’8%, gli investimenti del 18%; i salari reali di quasi il 12%.
E’ notizia di pochi giorni fa: “l’Ocse ha abbassato a -2,4% le stime per il Pil italiano nel 2012 dal -1,7% indicato lo scorso maggio”.
Qualcosa evidentemente non quadra.
Queste le ipotesi: l’Ocse da numeri a caso; il governo da numeri a caso; il governo ha fatto delle stime grossolanamente imprecise, per far passare un provvedimento che non sta producendo gli effetti desiderati (ovvero, qualcosa di simile, anche se non altrettanto sfacciato, a quello fatto da Tremonti. O no?).
p.s. ieri il presidente del Consiglio, Mario Monti, ha detto che l’Italia nel 2013 tornerà a crescere: questa sarebbe la sua attesa.
p.p.s L’idea per questo post nasce da un articolo dell’ottimo Guido Viale, pubblicato sul manifesto.