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Montolivo: trasformato da Auschwitz (by Carlo Nesti)

Creato il 20 febbraio 2014 da Simo785

FEDE E SPORT – FEBBRAIO 2014 – MONTOLIVO – TRASFORMATO DA AUSCHWITZ

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Lo scorso Natale, Papa Francesco, in riferimento alla tragedia di Lampedusa, invitò tutti a “non aver paura di commuoversi”.   Oggi, purtroppo, l’amplificazione televisiva delle brutte notizie è dilagante.
Se, da una parte, viene incontro all’esigenza di informare, dall’altra è tale da provocare 2 effetti negativi.
Farci credere che l’umanità intera sia da gettare nella spazzatura. E abituarci alle immagini più crude, come videogames.  
Andando indietro nel tempo, poi, c’è addirittura chi dubita di quanto vede, attraverso filmati d’epoca e testimonianze strazianti, come nel caso dell’Olocausto.  
Per fortuna, le “mele mature” prevalgono sui “vermi”, che possono abitare le “mele marce”. Ed è bellissimo quando sono i più giovani, per avere visto certi luoghi, a “non avere paura di commuoversi”.

Esempio: la visita della Nazionale italiana di calcio, in concomitanza con gli Europei 2012, ad Auschwitz.  
Il centrocampista del Milan Riccardo Montolivo, che di quella esperienza mantiene ancora oggi intatta la memoria, ha detto: “La visita al campo di concentramento di Auschwitz mi ha cambiato la vita, perché cambia ogni prospettiva”.  
Ecco la parola-chiave: “prospettiva”. Qualsiasi cosa ci capiti, nella quotidianità, colpisce sempre, nel bene o nel male, a seconda del modo nel quale sappiamo “relativizzare”: rapportare l’evento a tutto il resto.   Se abbiamo il buon senso di paragonare le nostre sfortune ad Auschwitz, possiamo anche provare vergogna per come ci stiamo lamentando.
E commuoversi, consapevoli di quanto siamo fortunati, diventa un dovere.    

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