TOP 14 - FINALE
Stade de France, Paris | Arbitre P. Pechambert
TOULOUSE
15 - 10
(p.t.: 3-7)
MONTPELLIER
Alla fine ma proprio alla fine (al 71') la strafavorita Tolosa riesce finalmente a passare in vantaggio e a tenerlo fino alla fine, nei confronti di un Montpellier che con la sua consapevole concretezza gli ha fatto vedere i sorci verdi dalla mezz'ora fino a dieci minuti dalla fine.
Ovunque le finalissime si giocano sempre sul filo del rasoio del penalty guadagnato o perduto, della palla guadagnata o persa; in questo caso, oltre ai meriti indubbi degli Heraultois c'è da tener conto anche degli aspetti più negativi dello spirito latino, che colpiscono i favoriti rossoneri funzionando a mo' di un freno a mano tirato, soprattutto per David Skrela dalla piazzola. Montpellier riesce a tamponare tutto in difesa a prezzo di molti falli, peraltro costati anche poco e a sfruttare al meglio il paio di occasioni più ghiotte, ma cade proprio nella sua certezza, il piede di Martin Bustos Moyano che stasera entra a referto con due soli punti. Alla fine nel Top14 non c'è la terza finale a sorpresa continentale dopo le vittorie dei Saracens su Leicester e di Padova su Rovigo: come da pronostici il Bouclier de Brennus va a Tolosa, è il 18' titolo.
Le formazioni: per Tolosa Clerc appena recuperato veniva tenuto in panchina, giocava ancora Caucau all'ala sinistra. Mediana sempre in emergenza col giovane Doussain, peraltro rivelatosi affidabile; il resto è lo standard emerso nel finale di stagione, con Medard all'ala, stavolta destra, Heymans estremo e la coppia centrale Poitrenaud-Jauzion trovatasi e completatasi (diremmo quasi salvatasi) a vicenda nelle ultimissime gare e Fritz in panca. Davanti si fa molto affidamento sull' ex Picamoles, l'esperienza di Boilhou conta ancora una volta più delle doti di Nyanga (in panca) ed è flanker con capitan Dusatoir, Albacete domina la seconda linea con Millo-Chluski e Maestri in panca, in prima confermatissimi Human-Servat-Census Johnston.
Stade Toulousain: 15 Heymans ; 14 Médard, 13 Poitrenaud, 12 Jauzion, 11 Caucaunibuca ; 10 Skrela, 9 Doussain ; 6 Dusautoir (cap), 8 Picamoles, 7 Bouilhou ; 5 Albacete, 4 Millo-Chluski ; 3 Johnston, 2 Servat, 1 Human.
Remplaçants: Lacombe, Poux, Maestri, Nyanga, Bézy, Fritz, Clerc, Falefa.
Per Montpellier, capitan Fufu - Fulgence Ouedraogo scende in campo con la mano destra fratturata: così mette a rischio il posto in nazionale ma il suo riferimento ed esempio serve a tutto il resto del pack. Gli altri punti di riferimento sono tutti presenti e si contano sulle punte delle dita di una mano monca: Francois Trinh Duc, apertura-metronomo, Timoci Nagusa fantasista d'attacco, Bustos Moyano il cecchino. Gli altri son tutti comprimari, onesti lavoratori dell'ovale per un club a inizio stagione inserito dai più nella lotta per la salvezza; gran lavoro quello di Eric Bechu e Fabien Galthiè a farne uno squadrone solido soprattutto mentalmente, un gruppo dove si distinguono Julien Tomas scattante e solido mediano-playmaker già notato da Lievremont, il solidissimo flanker georgiano Gorgodze e il suo connazionale Jigenti in prima linea, Matadigo al nr.8, Fernandez al centro. Tra i carneadi in panchina si distingue il giovane mediano Paillaugue.
Montpellier: 15 Thiery, 14 Nagusa, 13 Mirande, 12 Fernandez, 11 Bustos Moyano, 10 Trinh Duc, 9 Tomas, 8 Matadigo, 7 Gorgodze, 6 Ouedraogo (cap.), 5 Fakate, 4 Hancke, 3 Jigenti, 2 Rofes, 1 Figallo.
Remplaçants: Caudullo, Thiart, Rees, Paillaugue, Bost, De Marco, Leleimalefaga, Berard.
- La partita: inizia come t'aspetti, Tolosa vende la sua metà campo per tutto il primo quarto d'ora impadronendosi dell'iniziativa. Tuttavia la difesa dei blu è pronta e regge molto bene la minacciata prevalenza dei rossoneri (in maglia bianca) sulle fonti del gioco. Difesa che, sotto pressione, ovviamente deve iniziare a spendere qualche fallo, ma all'ottavo Skrela fallisce un penalty del tutto potabile: segnale grave di peso psicologico, che verrà confermato nel proseguo. Al 16' l'arbitro Pechambert esordiente in finali vede lungo: chiama il Tmo per un'azione da calcio in avanti di Heymans apparentemente finito fuori, su cui s'eran fiondati Caucau e Nagusa: al ralenty appare come il blu con improbabile tinta bionda ai capelli sbagli nel calciar via la palla, che rotola ancora in gioco dentro l'area di meta; l'altro figiano in maglia bianca la schiaccia ma appoggia un angolo della sua scarpetta nr.49 sulla riga. Nulla di fatto e Nagusa inizia a segnalarsi come assoluto protagonista lato blu, nel bene come nel male.
La situazione è tosta per Montpellier, che non si scompone e tenta di sfruttare al massimo quel che passa il convento: una punizione da oltre metà campo, che Bustos Moyano fallisce scivolando a terra. Al quarto di gara è zero a zero, un bel risultato per i blu.
L'inizio del secondo quarto è tutto a favore dei mediterranei: riescono finalmente a far capolino nella metà campo tolosana ma perdono palla per un tenuto. Dopo pochi minuti c'è una mischia sui loro 5 metri a introduzione tolosana: grande la spinta di Jigenti, Rofes e Figallo che stappano Servat & quotata compagnia, guadagnando punizione. Son segnali forti, cose che sollevano l'animo.
Infatti i blu guadagnano campo ed essendo consapevoli di non poter reggere al lungo la pressione difensiva tutta controruck sistematiche dei tolosani, tentano la soluzione rapida: Trinh Duc tenta il primo drop, fallendolo del tutto. Dopo manco un minuto, al 27' arriva la meta che rimarrà unica nella gara e per poco non sarà decisiva: la palla arriva a Timoci Nagusa circa a metà campo sul lato destro, calcetto a scavalcare Caucau, rimbalzo fortunato che esclude tutta la linea difensiva, finta di corpo sull'ultimo uomo Heymans e corsa fin quasi sotto i pali. Con la facile trasformazione di Moyano è uno choccante 7 - 0. al primo ingresso nei 22 metri tolosani.
Siamo alla mezz'ora, il momento peggiore per Tolosa: il nervosismo impone un tentativo di piazzato da metà campo che incrina ancor di più la fiducia di Skrela e come se non bastasse Servat chiede di essere sostituito. Li aiuta Nagusa, oggi croce e delizia dei suoi, che si becca un cartellino giallo da categoria dilettanti al 33', per abbattimento dell'ovale dalle mani di Doussain che lo estraeva dalla ruck. Skrela oramai incrinato fallisce la punizione.
Il resto del tempo Montpellier resiste come può, ma al 38' Ouedraogo che tenta di preservarsi dando tutto solo quando è indispensabile - ma che esempio per tutti! - viene colpito duro alla testa e rimane scosso ma ha commesso fallo, è sotto i pali e Skrela stavolta non può sbagliare: 7-3. Nei minuti finali c'è una opportunità di piazzare per Bustos, lontana e angolata, che vien fallita. Forse non è solo emozione, forse l'umida serata parigina sta influenzando le prestazioni al piede.
Pronti via siamo nella seconda frazione a squadre immutate: il calcio d'inizio sfugge in avanti a Medard, arriva a Trinh-Duc che non ci pensa un attimo, calcia e infila il drop: 10-3. Forse che sia la giornata giusta per Montpellier e il periodo giusto per chi parta underdog nelle finali, come i Saracens o il Petrarca?
I blu sfruttano il momento: una bella incursione dell'estremo Thiery porta i mediterranei dentro ai 22m avversari, con fiducia ma con un filo di fretta di troppo l'aperura della nazionale tenta il secondo drop in fila, fallendolo per un paio di centimetri. E sono ancora in 14: Nagusa rientra al terzo minuto della ripresa. La partita è nettamente più equilibrata del primo tempo, Montpellier intelligentemente tenta il gioco veloce per sfuggire alla potenza superiore degli avversari.
Al 48' fallo di Nagusa, lontano (45metri) ma centrale, finalmente Skrela marca: 10-6.
Coach Novès inizia allora giro dei cambi: nel pack avrà effetto soprattutto quello di Poux al posto di Human, che al 55' vendica la rollata subita nel primo tempo e procura una nuova punizone a Skrela da posizione favorevolissima: eppure sbaglia pure questa, è due su cinque.
Ci si avvia all'ora di gioco, la sensazione è che aldilà degli errori dalla piazzola, l'equilibrio sia altamente instabile e che la benzina inizia a scarseggiare sul versante MHR. Il segnale è il faro Ouedraogo, sempre più eroico e sofferente: riceve un altro colpo in testa, la mano fratturata gli rimane chiaramente sotto il corpo di un placcato. Nonostante i cambi anzi forse proprio per quelli, la sensazione è che sia solo una questione di tempo.
Eppure il tempo passa ed è il miglior alleato dei mediterranei: siamo nell'ultimo quarto di gara, al 65' Skrela fallisce per la quarta volta una punizione, lunga ma centrale. Incroyable. Dopo due minuti, sotto i pali, l'apertura prossima del Clermont finalmente centra il terzo tentativo su sette: è 9-10, l'inseguimento sta per terminare - va ben che Montpellier ha vinto quarto di finale e semifinale per un punto, ma la sensazione è la medesima del gruppo che raggiunge il ciclista in fuga.
Siamo all'epilogo: Ouedraogo esce, testa alta ha dato tutto e anche di più, è come un ammaina bandiera. Esce anche Skrela, lo rimpiazza il ventenne Nicolas Bezy - Novès è troppo psicologo, toglie il titolare dopo che ha centrato i pali, ma era meglio per le sue coronarie se lo cambiava prima. Difatti dopo un paio di minuti, Bezy non fallisce l'occasione della vita di fare la marcatura decisiva per un titolo: la pressione dei tolosani è sempre fortissima, al 71' la linea dei blu cade in fuorigioco, è punizione da 15 metri in mezzo ai pali. E' il sorpasso, 12-10. Montpellier ha retto oltre ogni previsione, i bookmaker possono tirare un respiro di sollievo.
Eppure non sarebbe ancora finita: opportunità per Bustos da lontano e angolato per un placcaggio alto, ne ha piazzati di peggio. Ma sbaglia anche questo. Non sbaglia invece Bezy a 5' dalla fine, punendo un fallo collettivo dell'MHR che per tutti paga Paillaugue appena entrato, beccandosi il secondo giallo della gara. E' il 15-10 finale; rimane il tempo per gli assalti disperati - disperati mica tanto: una rimessa laterale sui 5 metri tolosani, seguiti da una mischia anch'essa sui 5 metri: due opportunità molto concrete, purtroppo la benzina e la lucidità sono finite.
Guy Novès & compagnia possono tirare un gran respiro di sollievo: una stagione vissuta pericolosamente s'è conclusa col Bouclier, secondo non pochi il trofeo più difficile da vincere in Europa. A Tolosa si festeggia e si salutano i tanti veterani in partenza - Michalak, Kelliher, Skrela, Heymans, Lecouls - per ripartire sulla base di arrivi di super classe: Lionel Beauxis, Luke McAlister, Luke Burgess, Gary Botha, Ghurtro Steenkamp ...
Fabien Galthiè non può godere degli stessi mezzi, in compenso può lavorare su uno dei migliori vivai di Francia; rimane uno che fa sudar profondamente chiunque, ma non vince. Analisi ingenerosa oltre che inesatta, con le risorse che aveva ha compiuto l'ennesima impresa. del tutto inattesa.