43 persone indagate a vario titolo per associazione per delinquere finalizzata alla commissione di gravi delitti quali rapine, estorsioni, usura, furti, ricettazione, riciclaggio, spendita di banconote false, detenzione illecita di sostanze stupefacenti e di armi e di reati contro la pubblica amministrazione, nonché ad un decreto di perquisizione locale a carico di ulteriori 16 persone. “L’indagine, denominata “Briantenopea” - hanno spiegato i Carabinieri -, ha consentito di disvelare l’esistenza e l’operatività nel monzese di una radicata associazione per delinquere composta, prevalentemente, da soggetti italiani di origine campana di elevato spessore criminale, in contatto con esponenti di clan camorristici del napoletano (Gionta e Mariano)”.
Tra i destinatari del misura restrittiva in carcere figura Giovanni Antonicelli (PdL), già assessore all’Ambiente e Acque, con delega all’ecologia, smaltimento rifiuti, manutenzione cimiteriale, patrimonio, demanio e alloggi comunali, dell’Amministrazione comunale di Monza in carica dal 2007 al 2012. Il politico, che faceva parte della giunta del centrodestra guidata dal sindaco Mariani, era stato costretto alle dimissioni da un’inchiesta della Procura di Monza per corruzione. Per lui anche l’accusa di voto di scambio con alcuni esponenti dei clan camorristici Gionta e Mariano.
Nell’inchiesta è coinvolto anche un ex consigliere comunale di Milano, Renzo De Biase (PdL) in carica tra il 2009 e il 2011. De Biase non si è ricandidato alle ultime elezioni. L’ex consigliere ”venne favorito nelle penultime elezioni comunali di Milano”. Lo ha detto il Sostituto Procuratore di Monza, Salvatore Bellomo. E ancora: ”Sappiamo che ha ottenuto voti di favore - ha detto il magistrato a margine di una conferenza stampa al Comando provinciale di Milano – ma non sappiamo, al momento, se ne fosse consapevole”. Spunta anche un “tariffario” per la compravendita dei voti. Di Biase si ipotizza possa essere stato favorito nelle elezioni comunali del 2011 dall’associazione criminale con a capo Giuseppe Esposito. Al momento Di Biase non risulta indagato e gli inquirenti stanno cercando di capire se fosse consapevole dell’appoggio fornitogli dall’organizzazione criminale. In una intercettazione invece Esposito parlava anche di un tariffario per la compravendita dei voti su Milano: 30 euro per il voto singolo e 50 euro per quello di una famiglia.
”Monza, da quanto emerso dai lunghi accertamenti dell’indagine, era, sotto il profilo criminale, un’enclave campana, ed emerge in maniera molto chiara”. Lo ha detto il Sostituto Procuratore Salvatore Bellomo. ”Nelle intercettazioni – ha precisato – il capo si vantava di preservare Monza dall’invasione della ‘ndrangheta”. Il personaggio di spicco dell’operazione, Giuseppe Esposito, si vantava, in particolare ”di aver rintuzzato più volte i tentativi di qualche calabrese di allargarsi nella zona” con le proprie attività criminali.