GEOGRAFIA
Monza sorge nell'alta pianura lombarda, nel monzese, fra la Brianza e Milano, ad una quota di 162 metri s.l.m.; dista circa 15 chilometri dal capoluogo di regione e circa 40 chilometri da Lecco e Como.
Il suo territorio è attraversato da nord a sud dal fiume Lambro. All'ingresso a nord nel centro storico, fra le vie Zanzi e Aliprandi, una biforcazione del fiume creata artificialmente a scopo difensivo nei primi decenni del XIV secolo dà luogo al Lambretto, che si ricongiunge al corso principale del Lambro alla sua uscita a sud dall'antica cerchia delle mura (oggi interamente demolite). Un altro corso d'acqua, anch'esso artificiale, è il Canale Villoresi, realizzato nel XIX secolo, che attraversa il territorio di Monza da ovest ad est incrociando il Lambro al confine settentrionale del quartiere San Rocco.IL CLIMA
Per la latitudine a cui si trova il clima è di tipo temperato. Il clima della città è influenzato dall'elevata antropizzazione, quest'ultima è relativamente bassa rispetto a quella dell'area milanese.FOTO IL CENTRO STORICO DI Monza[senza fonte] In città è attiva una stazione meteo gestita in collaborazione con il Centro Meteorologico Lombardo
LA POPOLAZIONEIL SANTO PATRONO SAN GERARDO dei TINTORI
FESTEGGIATO IL 5 GIUGNO San Gerardo dei Tintori o Tintore (Monza, 1134? – Monza, 6 giugno 1207) è un santo della chiesa cattolica, patrono di Monza insieme a san Giovanni Battista.L'anno di nascita di Gerardo non si conosce con certezza; secondo lo storico monzese Bartolomeo Zucchi fu il 1134, secondo altri il 1135 o 1140. Il cognome "Tintore" o "dei Tintori" (de Tinctoribus) probabilmente rimanda alla professione esercitata dalla sua famiglia.Gerardo era di condizione agiata; dopo la morte del padre, con i beni ereditati, fondò un ospedale con lo scopo di assistere i poveri e i malati. La sede dell'ospedale pare fosse la casa stessa di Gerardo: essa si trovava sulla riva sinistra del Lambro, presso il ponte che oggi è detto "di san Gerardino" e dove esiste l'omonima chiesetta.La fondazione dell'ospedale avvenne certamente entro il 1174. In questa data infatti Gerardo stipulò con il Comune di Monza e con il Capitolo del Duomo una convenzione nella quale se ne definiva lo status giuridico e amministrativo: l'ospedale dipendeva formalmente dall'autorità ecclesiastica, ma di fatto manteneva una sostanziale autonomia, mentre il Comune ne assumeva l'avvocazia, cioè la tutela giuridica.Il servizio nell'ospedale era svolto da conversi: laici che vivevano in comune come i frati, senza però prendere i voti religiosi. Gerardo era uno di loro e svolgeva anche l'incarico di "ministro", cioè direttore dell'ospedale. Come risulta anche da alcuni documenti degli anni successivi, egli mantenne questo incarico fino alla morte, avvenuta il 6 giugno 1207.Sepolto dapprima nella nuda terra nel cimitero della vicina chiesa di Sant'Ambrogio (oggi San Gerardo al Corpo), il corpo di Gerardo fu riesumato quaranta giorni dopo per iniziativa della popolazione di Olgiate Comasco e collocato in un sarcofago presso l'altare della chiesa. Nel 1740 il sarcofago fu sostituito da un'urna di cristallo con decorazioni d'argento, dentro la quale lo scheletro di Gerardo è esposto alla vista dei fedeli. L'urna è collocata nella cappella al fondo del transetto destro.L'ospedale fondato da Gerardo continuò la sua attività fino al XVIII secolo, quando il governo austriaco lo accorpò ad altri istituti di cura.
Nel 1946 l'amministrazione comunale di Monza decise di ricordare la sua opera intitolandogli l'ospedale cittadino costruito nell'Ottocento (che in precedenza portava il nome di Umberto I); anche l'ospedale nuovo, costruito in seguito, che ospita anche la facoltà di medicina dell'Università di Milano-Bicocca, ha conservato l'intitolazione a san Gerardo.an Gerardo operò diversi miracoli in vita e numerosi altri sono attribuiti alla sua intercessione dopo la sua morte. L'inchiesta ordinata da san Carlo Borromeo ne riconobbe in tutto 20. Di alcuni di essi il Morigia scrive di aver raccolto testimonianze giurate dai testimoni diretti e in un caso (la guarigione di Nazario da Sesto) di avervi assistito lui stessoI MIRACOLI
miracolo più famoso è certamente quello dell'attraversamento del Lambro: si racconta che, mentre Gerardo si trovava in duomo a pregare, il fiume, ingrossandosi improvvisamente, ruppe il ponte che collegava l'ospedale con la città. L'ospedale stesso si affacciava sul Lambro e rischiava di essere allagato: Gerardo, subito accorso, stese il suo mantello sull'acqua, vi salì e su di esso attraversò il fiume, raggiungendo i suoi malati, quindi ordinò alle acque di non entrare nelle stanze degli infermi. Secondo il resoconto del Morigia, le acque si fermarono sulle porte per alcune ore nonostante la loro altezza superasse di mezzo cubito (più di 20 cm) quella delle soglie.Un altro miracolo è richiamato dal rametto di ciliegie con cui san Gerardo viene rappresentato: si racconta che egli si trattenesse spesso in chiesa a pregare fino a tarda ora. Una sera, per convincere i canonici del Duomo a lasciarlo rimanere oltre l'orario di chiusura, promise loro un cesto di ciliegie; benché fosse pieno inverno, gliele consegnò subito la mattina successiva. Questo episodio però non compare nella cronaca del Morigia né negli atti dell'inchiesta ordinata da san Carlo, per cui si deve ritenere un'invenzione di epoca posteriore (il primo scritto che ne parla è del 1695). Il Morigia afferma invece che Gerardo andava a pregare in Duomo al mattino molto presto e che spesso giungeva ancora prima dell'orario di apertura ed entrava attraverso le porte chiuse, «...la qual cosa era ben conosciuta dai sagrestani.» Si racconta poi che, in tempo di carestia (forse nel 1162), quando le provviste dell'ospedale erano quasi esaurite, Gerardo ordinò di distribuire ai poveri tutto ciò che restava, quindi si raccolse in preghiera: il dispensiere, andando di malavoglia ad eseguire l'ordine, trovò il granaio così pieno che non riusciva più nemmeno ad aprire la porta e la cantina piena di botti di buon vinoSan Gerardo è inoltre venerato dai fedeli di Olgiate Comasco per un altro miracolo: egli era morto da quaranta giorni quando gli olgiatesi, afflitti da un grave morbo chiamato "sincoposi" (è incerto di quale malattia esattamente si trattasse), su consiglio di un eremita si recarono in pellegrinaggio a Monza sulla sua tomba ed il morbo scomparve. Per riconoscenza fecero voto di ripetere perpetuamente il pellegrinaggio ogni anno: esso si compie tuttora ogni 25 aprile. Gli olgiatesi inoltre diffusero il culto di san Gerardo nei paesi circonvicini: nel 1740 lo storico monzese Antonio Francesco Frisi elencava ben 14 località dove il santo era venerato, tra le quali Como e Mendrisio. All'intercessione di san Gerardo sono attribuite diverse guarigioni. Tra di esse è particolarmente notevole quella di un certo Nazario da Sesto San Giovanni che, riferisce il Morigia, cadde ubriaco sotto le ruote di un pesante carro, una delle quali gli schiacciò la gola; dato per morto, si risvegliò dopo un'ora perfettamente sano. Il Morigia riporta infine un evento piuttosto curioso, che pure fu considerato miracoloso: nel 1324, durante una guerra, alcuni soldati salirono sul tetto di legno della chiesa di San Gerardo e iniziarono a smantellarlo, per farne legna da ardere. Di fronte alle proteste dei monzesi, uno dei soldati bestemmiò e offese il santo: immediatamente tutti caddero dal tetto e il bestemmiatore morì sul colpo.nella foto sottostante il famoso ponte dei leoni a Monza
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