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Moralizzatori da strapazzo

Da Femminileplurale
Moralizzatori da strapazzo

Bod Dob, Block Head

In una società, nella quale il pluralismo viene riconosciuto come dato di fatto, non dovrebbe essere necessario discutere ancora  in termini di ciò che è permesso e ciò che non è permesso fare. E su questo punto specifico l’ambito di ciò che è “permesso”, l’ambito della morale, dovrebbe essere il più ampio possibile, e ammettere nella società tutto ciò che, essendo parte del libero sviluppo della personalità e dell’esistenza di ogni persona, permette l’autodeterminazione di ciascuno secondo le proprie inclinazioni e desideri. Tuttavia,  sembra che ci siano  ancora molti ostacoli al raggiungimento di questa situazione.

Mi sembra che a livello legislativo-politico ma anche culturale (basta vedere i nostri amici che puntuali come orologi commentano qui) non sia così. Tanto nel sentire comune quanto sul piano politico siamo regolamentati da una sorta di normatività cattolica eterosessualmente orientata.  Chi la sostiene è contrario all’aborto, è contrario alle unioni civili tra persone dello stesso sesso e ovviamente alle possibilità da parte di queste di accedere all’adozione, è contrario ad ogni tipo di regolamentazioni sul fine vita e a favore dell’accanimento terapeutico per mantenere in vita il paziente.

Tutto quello che eccede tale normatività o che si pone come contrario ad essa viene non solo criticato ma vengono intraprese azioni di tipo politico volte ad impedire la modificazione di quello che spesso (o perlomeno in italia) si pone come la situazione effettiva. Se togliamo la legge 194, il nostro paese è il classico esempio anche a livello legislativo di questa normatività.

Quando un gruppo di soggetti richiede una modificazione dello status quo, un integrazione o una nuova regolamentazione relativa ad alcuni di questi aspetti, il risultato che si ottiene è non solo una critica da parte di chi sostiene questa normatività ma un’azione politica mirata ad impedire che tale modificazione avvenga.

La motivazione che si fornisce a tale impedimento va ricercata sul piano dell’ideologia.

Moralizzatori da strapazzo
Quando parliamo di queste tematiche siamo in un terreno particolarmente scivoloso poichè sono temi che hanno a che fare con la coscienza e la morale di ciascuno, per cui ognuno è portato ad anteporre le proprie credenze al rispetto del principio di autodeterminazione.

La ‘morale’ non è un dato assoluto, ma è una costruzione politica e culturale volta ad incardinare i soggetti all’interno di determinati comportamenti. Si tratta della ‘costruzione dei soggetti’, della soggettivazione. Si tratta di costituire individui con determinate pretese, bisogni, interessi. Chi si appella alla ‘moralità’ si appella in realtà a qualcosa di politicamente determinato e che non è svincolabile dal tentativo di un controllo sui soggetti e la loro libertà. Ciò che percepiamo come morale e immorale non viene da noi come qualcosa di personale ed innato, ma è qualcosa che ci viene inculcato. Per questo la morale è sempre discutibile. Per questo una cultura reputa morale una cosa che un’altra reputa immorale. Non si tratta di sentimenti individuali e quindi non discutibili. Per questo infine chi difende un certo tipo di morale sta in realtà difendendo una struttura di potere e non un sentimento personale.

Ognuno è liberissimo di pensare quello che vuole ma ciò non può inficiare la possibilità che vengano istituiti strumenti che permettano a ciascuno di vivere la propria vita come meglio crede.

Evitando temi scabrosi per questo blog, come quello dell’aborto, nella speranza di evitare che i nostri amici di cui vi accennavo sopra arrivino anche qui con le loro elucubrazioni sulla sacralità di questo e di quello, prendiamo l’esempio dell’eutanasia. Mettiamo caso che io sia contro l’eutanasia. Ne sono contraria evidentemente per ragioni relative alla mia morale, di certo non vi ricorrerò mai, tuttavia non capisco perchè io debba impedire ad altre persone di usufruirne solo per un mio capriccio. Perchè questo non è altro che capriccio travestito da sani principi morali.


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