“Gli abitanti di paesi come Casal di Principe, Castel Volturno, Casapenna e così via, avranno, forse, vent’anni di vita, poi si ammaleranno e moriranno tutti di cancro“. Ecco la previsione catastrofica e sconcertante che scuote la Terra dei Fuochi, la Campania e l’Italia intera. Una frase contenuta in un ampio documento di sessantadue pagine che pesano come un macigno. Tenute segrete per sedici lunghi anni e oggi finalmente svelate. Racchiudono le dichiarazioni del pentito Carmine Schiavone, rese davanti alla Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite della Camorra. Raccontano come, dalla fine degli anni ’80, l’organizzazione malavitosa sia riuscita a trasformare il Mezzogiorno nella discarica d’Italia e d’Europa.
E se tutto questo si sapeva già molto prima (la deposizione in questione è datata 7 ottobre 1997), ci si chiede come si sia potuta nascondere una verità tanto sconcertante e perché tutti, tra istituzioni e cittadini, si siano interessati alla vicenda soltanto in questi mesi, sicuramente troppo tardi per fermare l’avvelenamento di quelle terre.
Schiavone si occupava dello smaltimento dei fusti tossici fin dal 1988.
“I camion pieni di rifiuti tossici provenivano dalla Germania e dall’Italia del nord. Ho già elencato e portato le autorità giudiziarie a vedere le terre dove veniva versato tutto. Su alcune di esse, il giorno dopo si allevavano le bufale. I rifiuti partivano con destinazione discariche autorizzate ma, in realtà, finivano smaltiti nei terreni dei clan“.
Tutto questa era possibile grazie alla collaborazione fra le imprese e la camorra, che deteneva il controllo dei subappalti per le opere stradali, e aveva quindi in gestione tutti gli scavi della zona. “Lì versavamo tutto, bucavamo anche le falde acquifere. E dalla Germania sono arrivati anche fanghi nucleari”.
E al momento di fare una stima delle tonnellate di rifiuti sotterrati, il pentito, ex boss del clan dei Casalesi, non ha dubbi: “Non si tratta di migliaia, ma di milioni di tonnellate. Milioni e milioni. I fanghi arrivavano in cassette di piombo da 50, un pò lunghe, e venivano sotterrati di notte. Ma io non ho mai visto lo sversamento di questi fanghi, non c’è n’era bisogno, avevamo un sistema militare che controllava bene tutto. Mi hanno detto che qualcuno, nel portare questi rifiuti, si è anche ustionato”.
Un sistema criminale che portava enormi quantità di denaro nelle casse dei Casalesi che “smaltivano” questi veleni sottocosto: “Il prezzo dello smaltimento dei fusti tossici era di 500 mila lire ciascuno, l’affare valeva decine di miliardi di euro e tutti erano interessati“. E per tutti intende anche le istituzioni: “La mafia e la camorra non potevano esistere senza lo Stato“.
La pubblicazione di queste dichiarazioni ha portato il sindaco di Pozzuoli a ordinare, per il 6 novembre prossimo, una task force di verifica nella zona del Lago Lucrino e del Lago d’Averno, due dei luoghi indicati da Schiavone dove probabilmente sono stati sotterrati rifiuti speciali. A Caivano sono stati, invece, ritrovati centinaia di fusti tossici e sono stati sequestrati decine di campi coltivati.
Soddisfazione nelle parole del presidente della Camera, Laura Boldrini: “È la prima volta che la presidenza della Camera decide di rendere pubblico un documento formato da commissioni di inchiesta che in passato lo avevano classificato come segreto“.