Il dodicenne di Ivrea ha perso la vita dopo un volo di 20 metri durante le fasi di discesa.
La procura di Torino ha aperto un fascicolo per omicidio colposo per la morte di Tito Traversa, il giovanissimo free climbing, morto a inizio luglio dopo essere caduto durante un’arrampicata a Orpierre, in Alta Provenza. Il ragazzino, campione di arrampicata, residente a Ivrea, aveva 12 anni. Il padre aveva presentato denuncia dopo l’accaduto.
Secondo il pm Raffaele Guariniello potrebbero esserci state carenze commesse in Italia dalla ditta lombarda che ha prodotto gli attacchi e di quella torinese che li ha venduti, oltre a quelle degli istruttori torinesi che avrebbero dovuto controllarli.
Tito Traversa, che non indossava il casco, aveva appena concluso una prova di arrampicata e, per scendere, aveva fissato gli agganci a una fune caricandoli del proprio peso. Il ragazzo precipitò da un’altezza di 20 metri .
Secondo i primi accertamenti l’incidente sarebbe stato provocato dal cedimento di alcuni gommini a cui, per errore, era stata ancorata una fettuccia di sicurezza. La stessa fettuccia sarebbe dovuta essere inserita all’interno dei moschettoni.