MORTE DEL CICLISTA WEYLAND : GIUSTO CORDOGLIO……E GLI ALTRI MORTI SUL LAVORO ?
Già qualcuno mi accusa di essere un pignolo ,ma senza usurpare il titolo a persone ben più famose, ciò che è accaduto dopo la morte del corridore professionista Wouter Weyland, la giusta risonanza sui media di tutto il mondo , mi induce qualche riflessione .
Innanzitutto la morte di un giovane è sempre un fatto drammatico e non può consolare il fatalismo antico secondo cui la bellezza dei giovani fa invidia agli dei che li rapiscono dalla terra .
Certamente il pensiero va alla compagna che tra poco darà alla luce il loro figlio , ai genitori , ai parenti , agli amici , ai compagni di squadra , a coloro che con tale perdita sono stati privati di una figura importante nella loro vita terrena .
La morte è altrettanto assurda se si pensa che è avvenuta praticando uno sport che per lui, come tanti altri era un lavoro . Un lavoro che ha onorato ,ancorchè giovane , con passione , dedizione ,volontà ,.tenacia ,ma che era stato avaro di grandi soddisfazioni .
Ecco ,il suo mestiere, la sua professione , il suo lavoro era quello di correre in bicicletta ,per uno stipendio che non credo fosse superiore a quello di un operaio specializzato .
I giornali , la televisione , hanno ricercato , raccontato, aneddoti ,analogie con la morte di corridori avvenute in passato in circostanze analoghe .
Ed allora sono riaffiorate alla memoria le morti di Fabio Casartelli, di Emilio Ravasio…e di altri vittime di uno sport ,praticato come lavoro .
Già il lavoro e le morti che produce .
Oggi ,come tutti i giorni ,sono “ destinati “ alla morte due –tre lavoratori che ,per guadagnarsi di che vivere per se , per i propri figli
Di loro i media nazionali non si occuperanno , di loro i programmi televisivi del “morboso dolore “ignoreranno l’esistenza , di loro , forse , si occuperà qualcuno per onore di firma che griderà “ tolleranza zero “per le morti sul lavoro …..fino al prossimo morto .
E sono esseri umani, lavoratori pure loro .
Oggi ,ad esempio, a quest’ora sono già morti due lavoratori : a Cagliari è morto ULISSE CARA ,38 anni ,caduto dal tetto mentre lavorava in un capannone in ristrutturazione .
A Formia è morto un operaio di 37 anni, caduto da un tetto mentre installava pannelli fotovoltaici .
Di queste morti non si parla .
E’ triste dirlo ,ma che costoro siano figli di un dio minore ?
Tempo fa , per aumentare la sensibilità , la cultura della sicurezza, mi rivolsi al mondo sportivo ,proponendo che ,in occasioni di luttuosi eventi, quali le morti sul lavoro, le squadre sportive della città di appartenenza della vittima , avessero la possibilità di scendere in campo la domenica successiva col lutto al braccio…e un minuto di silenzio .
Il giornale rosa accolse mia proposta e la dirottò al Coni .
Da allora non si seppe più nulla .
A mio avviso ciò comporterebbe un momento ulteriore di riflessione che ,accanto ad altri , aumenterebbe quella “ cultura della sicurezza “ di cui qualche sindacalista parla di tanto in tanto ….ad ogni morte di lavoratore .
Per la tragica cronaca , secondo l’OSSERVATORIO INDIPENDENTE DI Bologna , alla data odierna ,i morti sul lavoro per il 2011 sono ben 430 , il 31% in più rispetto alla medesima data del 2010 .
E non è che l’occupazione sia aumentata , anzi …
Di tutti questi morti non si è avuto notizia , forse che la morte di un lavoratore del ciclismo ,sia diversa della morte di un lavoratore dell’edilizia
Forse che entrambi non siano vite umane spezzate sul lavoro ?
Ho difficoltà a capire , ma tant’è !
Dott. Andrea Bagaglio – Medico del Lavoro
MORTE DEL CICLISTA WEYLAND : GIUSTO CORDOGLIO……E GLI ALTRI MORTI SUL LAVORO ?
Già qualcuno mi accusa di essere un pignolo ,ma senza usurpare il titolo a persone ben più famose, ciò che è accaduto dopo la morte del corridore professionista Wouter Weyland, la giusta risonanza sui media di tutto il mondo , mi induce qualche riflessione .
Innanzitutto la morte di un giovane è sempre un fatto drammatico e non può consolare il fatalismo antico secondo cui la bellezza dei giovani fa invidia agli dei che li rapiscono dalla terra .
Certamente il pensiero va alla compagna che tra poco darà alla luce il loro figlio , ai genitori , ai parenti , agli amici , ai compagni di squadra , a coloro che con tale perdita sono stati privati di una figura importante nella loro vita terrena .
La morte è altrettanto assurda se si pensa che è avvenuta praticando uno sport che per lui, come tanti altri era un lavoro . Un lavoro che ha onorato ,ancorchè giovane , con passione , dedizione ,volontà ,.tenacia ,ma che era stato avaro di grandi soddisfazioni .
Ecco ,il suo mestiere, la sua professione , il suo lavoro era quello di correre in bicicletta ,per uno stipendio che non credo fosse superiore a quello di un operaio specializzato .
I giornali , la televisione , hanno ricercato , raccontato, aneddoti ,analogie con la morte di corridori avvenute in passato in circostanze analoghe .
Ed allora sono riaffiorate alla memoria le morti di Fabio Casartelli, di Emilio Ravasio…e di altri vittime di uno sport ,praticato come lavoro .
Già il lavoro e le morti che produce .
Oggi ,come tutti i giorni ,sono “ destinati “ alla morte due –tre lavoratori che ,per guadagnarsi di che vivere per se , per i propri figli
Di loro i media nazionali non si occuperanno , di loro i programmi televisivi del “morboso dolore “ignoreranno l’esistenza , di loro , forse , si occuperà qualcuno per onore di firma che griderà “ tolleranza zero “per le morti sul lavoro …..fino al prossimo morto .
E sono esseri umani, lavoratori pure loro .
Oggi ,ad esempio, a quest’ora sono già morti due lavoratori : a Cagliari è morto ULISSE CARA ,38 anni ,caduto dal tetto mentre lavorava in un capannone in ristrutturazione .
A Formia è morto un operaio di 37 anni, caduto da un tetto mentre installava pannelli fotovoltaici .
Di queste morti non si parla .
E’ triste dirlo ,ma che costoro siano figli di un dio minore ?
Tempo fa , per aumentare la sensibilità , la cultura della sicurezza, mi rivolsi al mondo sportivo ,proponendo che ,in occasioni di luttuosi eventi, quali le morti sul lavoro, le squadre sportive della città di appartenenza della vittima , avessero la possibilità di scendere in campo la domenica successiva col lutto al braccio…e un minuto di silenzio .
Il giornale rosa accolse mia proposta e la dirottò al Coni .
Da allora non si seppe più nulla .
A mio avviso ciò comporterebbe un momento ulteriore di riflessione che ,accanto ad altri , aumenterebbe quella “ cultura della sicurezza “ di cui qualche sindacalista parla di tanto in tanto ….ad ogni morte di lavoratore .
Per la tragica cronaca , secondo l’OSSERVATORIO INDIPENDENTE DI Bologna , alla data odierna ,i morti sul lavoro per il 2011 sono ben 430 , il 31% in più rispetto alla medesima data del 2010 .
E non è che l’occupazione sia aumentata , anzi …
Di tutti questi morti non si è avuto notizia , forse che la morte di un lavoratore del ciclismo ,sia diversa della morte di un lavoratore dell’edilizia
Forse che entrambi non siano vite umane spezzate sul lavoro ?
Ho difficoltà a capire , ma tant’è !
Dott. Andrea Bagaglio – Medico del Lavoro