Morte e resurrezione: due concetti fondanti della religione cattolica. E, anche se nella seconda parte della storia non ci si crede, a Siviglia la si interpreta con tale solennità che è impossibile non restarne abbagliati.
Esperanza Macarena a Siviglia. Quella della Macarena è la processione più lunga e imponente, da mezzanotte alle 13,30 del giorno dopo. È la vera star di Siviglia.
I primissimi li vedo dai finestrini del bus che dall’aeroporto ci sta portando in calle San Vicente. Hanno cappucci e manti neri e tuniche viola, e sono i membri della hermandad di San Bernardo, una delle nove che animano le vie di Siviglia in questo Miércoles Santo. Per chi, come me, è interessato ad approfondire varie espressioni e manifestazioni della morte, essere qui nei giorni antecedenti la Pasqua è bellissimo e imprescindibile.
Il Miércoles trascorre così, annusando l’aria e facendo programmi per il giorno seguente, che dal mattino fino a notte inoltrata è il culmine della settimana devozionale. Il primo approccio è utile per captare tutti gli elementi. Ogni hermandad, tanto per iniziare, la si riconosce per i colori della tunica e dei cappucci appuntiti: i nazarenos di San Bernardo hanno tuniche viola, cappucci e manti neri, così come le cinture; quelli del Buen fin, che vedrò passare davanti a San Lorenzo a mezzanotte inoltrata, sono vestiti di marrone, con cinture di corda ispirate all’abito francescano. E via discorrendo: gli abiti degli incappucciati sono di tutti i colori… Rossi, celesti, gialli, fino al nero integrale scelto dalla hermandad del Gran Poder e alle tuniche bianche con cappuccio nero o verde scuro che sono il segno di riconoscimento dei seguaci della Macarena.
Un’altra diva è Esperanza de Triana, il cui viaggio dura dalle 2,10 alle 13,30. Il posto migliore per vederla è il ponte di Triana, molto scenografico.
Anche il numero dei nazarenos impegnati nella processione è un elemento distintivo: più sono, più la processione è importante e più durerà a lungo. San Bernardo può contare su 2200 nazarenos, che sfilano dalle 14 all’1,30 per le vie della città; El buen fin ne ha soltanto 750 che camminano dalle 17 all’1,40; El Gran Poder è potentissimo e si attesta sui 2500 fedeli, mentre la Macarena è ancora più potente: 2800 nazarenos che camminano dalla mezzanotte di venerdì fino alle 13,30 del giorno seguente. Oltre a loro, in processione ci sono anche i costaleros, ossia coloro che reggono i pasos (i carri con le sacre rappresentazioni) sulle proprie spalle. Ognuno di essi regge sui 50 chili di peso, che per 12 ore di processione non sono pochi.
I pasos sono vere e proprie opere d’arte. Solitamente nel primo è il Cristo a sfilare, ritratto in momenti diversi della sua vicenda di attesa e di morte: mentre porta la croce, quando è giudicato da Pilato, quando muore o quando trionfa sulla morte… Ma la vera star non è lui: tutti gli occhi di Siviglia sono puntati su sua madre, che lo segue nel secondo carro bellissima e piangente, con abiti riccamente decorati e variopinti. Intorno a lei, sul carro, ci sono fiori odorosi e ceri accesi. Tra tutte, la Macarena è la più adorata in assoluto. È una madonna delle periferie, oggetto di una devozione popolare totale. Il venerdì mattina, mentre la processione è ancora in svolgimento, la gente in strada parla di lei: «Com’è andata? È già rientrata? Tu l’hai vista sfilare? In che punto della città?». Quando l’ho vista io, era vestita di bianco, di verde e di oro, ma in tutta la sua lunga carriera ha indossato anche gli abiti a lutto: è stato per ricordare la morte di Joselito “el Gallo”, il torero che le regalò le spille di smeraldo che ancora oggi le adornano la veste. Una storia d’amore e di morte, intensa e disperata.
La Virgen del Mayor dolor è la star dell’hermandad del Gran Poder, che dall’1 alle 8 della Madrugada anima le strade di Siviglia.
E poi c’è la musica. Indispensabile, e bellissima. Se si aspetta davanti a San Lorenzo l’uscita del Gran Poder, sarà la sua assenza a colpire. I nazarenos sfilano con le loro candele in un silenzio irreale, interrotto soltanto da un canto ritmato e solenne che squarcia la notte. Per la Macarena, invece, si smuovono intere centurie. La banda giovanile della Centuria Macarena apre la sfilata, seguita dalla Centuria Romana Macarena e poi ancora dalla Sociedad Filarmónica Nuestra Señora del Carmen de Salteras. Quando parlo di centurie romane, è proprio a quelle che faccio riferimento: i musicisti indossano elmi piumati di bianco e vesti rosse e dorate e con le loro percussioni e i fiati accompagnano il lento incedere dei pasos .
Alcune location sono particolarmente scenografiche per ammirare i nazarenos in processione. Ad esempio, nei pressi della Cattedrale si può assistere a spettacoli unici.
Inutile dire che, se non si ha l’occasione di starci a lungo, il momento migliore per fermarsi a Siviglia è tutto il giovedì e la notte di Madrugada – la notte fra il giovedì e il venerdì –, che corrisponde al tradimento nel giardino di Getsemani e vede sfilare le hermandades più potenti. Non solo El Gran Poder e la Macarena, ma anche Los Gitanos ed Esperanza de Triana, che parte da oltre il fiume, dalla Capilla de los marineros e lo attraversa in pompa magna. Per tutto il giovedì, le strade di Siviglia si riempiono di donne vestite a lutto, un lutto sensuale, fatto dei pizzi delle mantillas, di tacchi e trasparenze nere.
Ecco. Una prima infarinatura sulla festa del lutto (e della risurrezione) per antonomasia ce l’avete. Ma state connessi. Per tutto marzo torneremo a Siviglia e andremo in giro per altre feste macabre in Europa e nel mondo. Così anche i luttuosi sapranno come trascorrere le loro vacanze pasquali.
Non so voi, ma io dopo Siviglia ogni volta che indosso la mantilla mi sento una regina.