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Mosters & Co. di Pete Docter

Creato il 10 aprile 2012 da Spaceoddity
Mosters & Co. di Pete DocterMostropoli. La città vive delle urla dei bambini, alle cui stanze operatori specializzati nella paura si guadagnano l'accesso tramite porte speciali. Ma i piccoli di oggi non sono più come quelli di una volta. Oggi le creature da incubo devono fare fatica a spaventarli e anzi hanno un grave problema: i cuccioli di uomo sono estremamente pericolosi per loro e possono essere addirittura letali. Così, nella centrale energetica di Mostropoli c'è addirittura un nucleo speciale anticontaminazione, che cancella tutte le tracce dei pargoli. Un giorno, una piccola addirittura riesce a valicare la soglia ed entra nel mondo dove si produce la paura: nonostante il panico iniziale, James P. Sullivan (voce originale di John Goodman) e Mike Wazowski (voce di Billy Crystal) se ne prendono cura, salvo scoprire che dietro c'è qualche piano del perfido Randall Boggs (Steve Buscemi). Così, la loro unica speranza riposa in Walter J. Waternoose (James Coburn), figlio e nipote dei due precedenti direttori della Mosters & Co...
Mosters & co. (2001, tit. or. Mosters Inc.) della Pixar proietta sull'infanzia e in una sfera emotiva tematiche importanti e delicate quali lo sfruttamento della suscettibilità personale e della propria individualità su un modello non troppo dissimile da quello di 1984 di Orwell: ognuno ha un proprio mostro, una personalissima stanza degli orrori. D'altra parte, questa è solo la premessa e un piano astuto e crudele vorrebbe automatizzare il meccanismo, stressandolo e ottenendo una produzione potenziata, anzi massiccia, di energia a danno delle povere vittime. Come in Galline in fuga, c'è una macchina che esaurisce le risorse, vanifica il merito personale dei lavoratori e le graduatorie aziendali, per automatizzare il lavoro in una spietata routine e massimizza i guadagni.
Pur realizzato oltre dieci anni fa, Mosters & co. di Peter Docter, David Silverman e Lee Unkrich, su sceneggiatura di Andrew Stanton e David Gerson è più che attuale, lo è anzi in modo drammatico. I personaggi sono stereotipati, le dinamiche d'insieme prevedibile e il film tende talvolta al patetico, un po' sbrigativo e moralista nell'affrontare i problemi e nell'ineluttabile lieto fine... e tuttavia mi piace. Mi piace sul piano tecnico, in particolare la scena non originale, ma strepitosa sul piano cinematografico dell'inseguimento tra le porte, e mi piace per l'ottimismo, zuccheroso quanto si vuole, che trasmette.
Mosters & Co. di Pete DocterE mi piace anche per il coraggio nell'affrontare alcuni problemi, sia pure solo in secondo piano, quale quello del rapporto tra esistenza e professione e nell'approccio realistico tutto sommato senza troppi filtri. Certo, erano altri tempi quelli nei quali un film di animazione doveva scimmiottare le dinamiche cinematografiche classiche, con tanto di making of finale (spettacolare backstage, in realtà ulteriore materiale narrativo che getta una luce nuova per illuminare psicologie e personaggi e promuovere a modo suo, tra le altre cose, il lavoro di gruppo. Forse rischia di sembrare stucchevole e perciò non entusiasma fino in fondo, ma ha il suo senso educativo.

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