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Mostre, a Milano le cancellature di Isgrò

Creato il 16 maggio 2012 da Agora3000 @agoratremila

Mostre, a Milano le cancellature di IsgròNoto artista concettuale, soprattutto per le sue “cancellature” di libri ed altri testi, Emilio Isgrò presenta a Milano 35 sue opere eseguite tra il 1966 ed il 1993 nella Galleria Guastalla, dal 24 maggio al 27 luglio.

La mostra inizia con una delle prime cancellature, risalente al 1969. Riguarda un volume del dizionario enciclopedico Utet. Isgrò vi ha cancellato le righe con un pennarello nero, lasciando una o due parole per ogni pagina.

Trattati allo stesso modo sono anche alcuni volumi dell’enciclopedia Treccani, lunghe strisce di telex e due mappe geografiche, nelle quali i nomi delle diverse località, fiumi, monti, regioni sono pure celati da un tratto di pennarello, lasciandone solo qualcuno.

Isgrò non cancella per censurare: il suo non è un gesto costruttivo, ma creativo. La cancellatura serve a rivelare la parola non cancellata, a metterla in contatto con altre parole lontane nel testo, sprigionando cosi nuovi significati.  

L’artista evolve lo stesso concetto in quadri relativi a personaggi storici, le cui immagini sono pure cancellate, e vi è solo una frase a indicare un riferimento storico. In mostra è presentata un’opera riguardante Trotskij, della serie “Storie rosse”, riferite a protagonisti delle rivoluzioni novecentesche e sulle quali le cancellature sono in rosso, classico colore rivoluzionario.

“Io – ha affermato Isgrò – non ingrandisco ciò che di per sé è fin troppo vistoso e dunque non ha bisogno di ingrandimenti ulteriori. Io, più modestamente, ingrandisco l’invisibile”.

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