Gli operai appesi sul vuoto mentre costruiscono l'Empire Stati Building di New York, gli immigrati all'arrivo a Ellis Island, il lavoro minorile in Pennsylvania, North Carolina e Virginia.
Sono alcuni dei reportage in cui si impegnò il fotografo americano Lewis Hine (Oshkosh 1874-1940) e riassunti ora in una selezione di 60 immagini, esposte fino al 2 febbraio 2014 nel Centro Culturale di Milano.
Sono fotografie che Hine scattò soprattutto allo scopo di appoggiare con immagini spesso drammatiche le campagne contro lo sfruttamento umano.
Prima che fotografo, egli si considerava del resto un sociologo, materia che studiò nelle università di Chicago e New York, divenendone quindi docente presso la Ethical Culture School di New York.
Durante le sue lezioni Hine incitava gli allievi ad utilizzate la macchina fotografica per perorare lo sviluppo sociale con crude immagini, più efficaci delle parole.
Nel 1907 Hine divenne il fotografo ufficiale della National Child Labor Committee, che si batteva per abolire il lavoro minorile nelle fabbriche. Durante la prima guerra mondiale documentò l'opera di assistenza e soccorso della Croce Rossa sui campi di battaglia europei.
Nel 1930 gli fu commissionato di documentare il processo di costruzione dell'Empire State Building e lui non mancò di fotografare gli operai in precarie condizioni di sicurezza. Per scattare queste immagini, Hine usò una struttura al di sopra delle Fifth Avenue, appositamente progettata.