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Mother Love Bone. La radice glam del Seattle sound

Creato il 25 settembre 2014 da Subarralliccu @subarralliccu

Se Kurt Cobain usò parole di fuoco contro i Pearl Jam fu a causa dei Mother Love Bone. Il cantante dei Nirvana ci vedeva tutto quello contro cui la sua musica combatteva: i capelli cotonati, i bandana in testa, gli assoli, il trucco pesante. I Mother Love Bone gli sembravano la scopiazzatura provinciale dei vari Guns’n’Roses, Poison e del così detto sleaze/hair metal; i Pearl Jam un gruppo di riciclati, perché Gossard e Ament dei MLB erano stati chitarrista e bassista.

Eddie Vedder ci rimase male: sapeva di non essere saltato nel carro di nessuno. Perché Ten era uscito qualche mese prima di Nevermind,  a sua volta preceduto dal disco omonimo dei Temple of the dog, pietra miliare del Seattle Sound.

In realtà, i Mother Love Bone erano una band spettacolare, soprattutto grazie alla loro voce Andrew Wood, uno degli artisti più eccentrici e geniali della scena di Seattle. Wood era il coinquilino di Chris Cornell e usava la droga per scrivere i suoi pezzi. Testi deliranti, nonsense dotati di una straordinaria forza evocatica. Dentro c’è la pioggia, la malinconia, la solitudine, la potenza rabbiosa della provincia.

Lui la attraversava vestito con abiti sfarzosi, truccato come una donna, osando come tutti temevano di fare dopo la morte violenta degli anni 80. Stonava, Wood, in quelle atmosfere post-punk e molti non lo capirono. A soli 24 anni morì di overdose in una clinica di Seattle, dopo aver inciso canzoni che suonano come l’autobiografia di una generazione.

this is my kinda love
It’s the kind that moves on
It’s the kind that leaves me alone


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