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Dopo aver rivisitato in chiave pop una delle più amate tragedie shakespeariane, Baz Luhrmann torna a stupire con la sua incredibile dote dell'arte della contaminazione artistica. Il regista australiano aveva infatti riportato fedelmente il testo per il suo Romeo + Giulietta di William Shakespeare nel 1996, fino alla Verona Beach di Los Angeles, rimettendo di nuovo in moto gli animi romantici e sognatori dello spettatore.
Nel 2001 quello stesso regista torna a sfoggiare la sua atipica e seducente regia, sfidando stavolta i canoni più classici del musical, quelli che, prima di lui, mai avrebbero permesso una rivisitazione di brani preesistenti. Due attori messi in scena e improvvisatisi cantanti pop, un miscuglio di generi musicali che portano all'ascolto di un Diamonds are a girl's best friends di Marylin fino ad arrivare, sfumando, a un Material Girl di Madonna. Moulin Rouge viene presentato in concorso al 54° Festival di Cannes, vincendo due statuette poi, per la miglior Sceneggiatura e per i migliori Costumi.
Siamo nella Parigi di fine 800 e al Moulin Rouge ogni notte, a far scalpitare gli uomini presenti, Satin, la stella del famoso locale ricavato in un mulino, nel quartiere di Pigalle. La vita di questa cortigiana, fino ad allora animata dal solo pensiero di trovare il miglior offerente per una notte d'amore, viene stravolta da un giovane e timido scrittore, Christian. Questi, viene immediatamente illuminato dall'entrata in scena della donna e, dopo una dichiarazione di quelle che farebbero resuscitare anche i più cinici, l'amore tra i due sembra non avere alcun dubbio di esistere. A complicare tutto però, un ricco Duca disposto a pagare esorbitanti somme e salvare le sorti del locale, ad una chiara e unica condizione: avere Satin per una notte. Christian muore al solo pensiero, ma al tempo stesso ignora, ancora, il suo più grande e terribile nemico, insito nella grave malattia dell'amata.
Quel che affascina del Moulin Rouge di Luhrmann è, non solo l'amore e la voglia di amare sprigionati dalle impeccabili performance canore e attoriali degli interpreti, Ewan McGregor e Nicole Kindman non hanno nulla da invidiare a cantanti professionisti. Quel che conquista lo spettatore in assoluto è (e qui potrei dire il Toulouse-Lautrec di John Leguizamo, fantastico!) la magia di questa storia inserita in una atmosfera Bohemién, dominata dal gusto per i contrasti, per l'eccesso evidente fin dalla scelta dei colori. Il rosso e il nero che si scontrano e si fondono come le passioni contrastanti che esplodono sulla scena. Da un can can al moderno corale Lady Marmalade, passando per Smells Like Teen Spirit dei Nirvana e culminare nella passione con El Tango De Roxanne. Indimenticabile la sequenza ai limiti del surreale con Elephant Love Medley così come resterà nella memoria di ognuno di noi quel McGregor cimentarsi nella Your Song di Elton John.
Perché in fondo, quel che voleva più di ogni altra cosa Luhrmann, era sfidare i canoni di un genere nato a cavallo tra l'800 e il 900. Reinventare qualcosa che la gente associava oramai solo a qualche classico Disney o a qualche vecchio film (seppur amabile ma troppo distante) come West Side Story, My Fair Lady, Tutti insieme appassionatamente, giusto per citarne alcuni. (E ci è riuscito!!!) Moulin Rouge rilancia un genere straordinario, grida al mondo, tirandola fuori, la voglia di Musical che abita in ognuno di noi. Quella che ci fa passeggiare per strada nel parco e canticchiare, senza sentire addosso il timore di esser presi per pazzi...
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